Ricordo che da ragazzo mi trovai di fronte ad un otorinolaringoiatra particolarmente bravo, di cui si diceva che lavorasse spesso con i crani delle persone morte, sperimentando soluzioni chirurgiche, ma un bel pezzo delle sue ricerche si inoltravano anche nella parte acustica dell’orecchio. C’erano naturalmente precedenti: il premio nobel della medicina nel 1961, il biofisico ungherese Georg von