Una tensione elusiva, ineffabile, sembra animare l’opera per pianoforte solo del newyorkese Scott Wollschleger (*1980), spesso accompagnata da una sensazione di strange familiar, come se nella stanza che conosciamo meglio al mondo ci fosse un solo elemento, chissà quale, leggermente fuori posto.
Di ritorno su New Focus dopo il primo portrait album, Soft Aberration (2017), il compositore affida