ContempoRun 2021

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La IV edizione del ContempoRun, rassegna di nuove composizioni dei giovani compositori orbitanti nel Conservatorio di Foggia, si è svolta in linea con quel percorso di valorizzazione pensato dal suo creatore, il compositore Daniele Bravi. Il compositore romano è stato artefice di un’intelligente iniziativa relazionabile alla rivalutazione della figura compositiva, che indirettamente ha agito anche da stimolo per un coinvolgimento delle risorse professionali del Conservatorio foggiano: grazie ad un direttore aperto ai cambiamenti ed accondiscendente (Francesco Montaruli) e ai tanti professori di cattedra degli strumenti, impiegati come elementi di un ensemble di nuova costituzione con destinazione limitata alla rassegna (diretti da Rocco Cianciotta), Bravi ha potuto coordinare una realtà piuttosto unica nel panorama dei conservatori italiani poiché è riuscito a creare un gruppo di giovani interpreti della musica contemporanea, concordemente inquadrati nell’interesse per certe evoluzioni e nell’approfondimento compositivo senza invidie o malumori, in un luogo storicamente asfittico per questo tipo di iniziative. I giovani compositori hanno ricevuto da Bravi gli strumenti utili per il mestiere della scrittura e finanche un orientamento di cui hanno capito l’importanza; l’auditorium del Conservatorio ha fatto da cassa di risonanza a sviluppi strutturali e tecniche mirate di estensione degli strumenti, accogliendo le esecuzioni dei professori che nel loro campo non sono certo degli sconosciuti: tra essi il pianista Alessandro Deljavan, il sassofonista Leonardo Sbaffi, il percussionista Flavio Tanzi (l’ensemble era comunque completato anche da alcuni giovani musicisti del conservatorio). L’unico vincolo che Bravi ha istituito stava solo nell’estensione massima di una serie specifica di strumenti, ma con piena libertà di permutazioni al loro interno.

L’esperienza d’ascolto dei pezzi presentati da Maria Costanza Mafrolla (allieva di Raffaele Sargenti), di Davide Wang, Leonardo Di Stefano, Ettore Figliola, Gabriele Pio Tortorelli e Josè Gabriel Falla Obando (gli allievi di Daniele), di Francesco Saverio Fasano (allievo di Lucio Gregoretti), fa in definitiva intendere che siamo di fronte già ad un livello piuttosto alto nonostante le età: i due pezzi iniziali della rassegna suonati dall’Ensemble del Conservatorio sono evidenti salti di qualità rispetto anche alle valide proposte degli anni precedenti (si tratta di Spazi in divenire di Mafrolla e Come Frammenti che si infrangono nel nulla di Wang), impostano strutture che fanno riflettere o si intonano su scale drammaturgiche che suscitano immediatamente un interesse poetico; e si percepisce vistosamente il rango compositivo di compositori come Leonardo Di Stefano, che con il suo Kenosis, impegna gli esecutori nel pezzo più articolato e difficile della rassegna.

Spero che questo ambiente sodale creatosi nel Conservatorio sia duraturo e che passi presto l’unica amarezza che si percepisce, dovuta all’imminente trasferimento di Bravi a Latina.

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.