Non basterebbe un libro per cogliere perbene il senso di tutte le innovazioni che un compositore come Alvin Lucier ha proposto nella storia recente della musica. Alvin veniva da un’epoca d’oro, un’epoca in cui coloro che si occupavano di musica erano spinti da motivazioni fortissime, attori di una verifica del mondo da effettuare sotto il profilo musicale. Lucier ha spaziato nel campo delle grande idee, ha costruito un percorso di sperimentazione che ha fornito risultati disponibili per la considerazione di scienziati, tecnici del suono e delle amplificazioni, musicisti dell’elettronica e delle installazioni.
Su queste pagine ho scritto molte volte di lui, qualche volta anche con spirito critico, soprattutto sul Lucier strumentale che sembrava troppo lontano dai capolavori teorici di I am sitting in a room, Music for solo performer o Music on Long Thing Wire: qui puoi trovare un articolo specifico su questo senso, ma il consiglio è di fare una ricerca alfabetica nel sito per andare a scovare le tante risorse che Alvin ha distribuito nella sperimentazione a differenti livelli (anche Daniel Barbiero e Michele Palozzo mi hanno aiutato in questo compito con i loro articoli – leggi qui e qui).
Mi piace pensare che Alvin sia scomparso gradualmente, allo stesso modo con cui la sua voce scompariva progressivamente in I am sitting in a room per effetto delle registrazioni e riproduzioni successive.
E’ volato in cielo un grande! RIP Alvin