Ivo Perelman & Joe Morris: Elliptic Time

0
394

Dovrebbero ricredersi tutti coloro che negano la validità di lingue come il greco o il latino in una società che sembra non averne bisogno. Sono invece lingue che sottintendono grandi discussioni, che aprono prospettive sulle concezioni della vita e del comportamento umano, che lavorano sul corretto posizionamento dell’uomo in questo mondo. Plotino, filosofo greco vissuto 250 anni dopo la venuta di Cristo, fu uno di quegli eruditi antichi che con le sue riflessioni ha fatto nascere il desiderio di attribuire agli uomini una propria dignità e libertà e molte delle sue considerazioni scaturivano da un legame indissolubile tra l’uomo e la sua condizione genetica: l’uomo è fatto di materia, la stessa che ha creato il cosmo, perciò i nostri corpi sono sensibili all’Universo, ne riproducono sulla Terra le dinamiche e le interazioni.

Per il suo terzo lavoro in coppia con il chitarrista Joe Morris, Ivo Perelman sembra aver scelto la strada del dialogo tra individualità, una musica sensibile, dotata di un ottimo feeling e interplay, che vuole riprodurre un veloce sommario delle tensioni strumentali: Elliptic Time mette sul campo 5 improvvisazioni dalla maturità impressionante, che si dipanano su un’area della comunicazione differente da quella dei due lavori precedenti (naturalmente escludo tutti i lavori di Perelman dove oltre a Morris ci sono anche altri musicisti che suonano), poiché Strings era un “anomalo” album del ’97 in cui si soddisfa la curiosità di sentire Perelman suonare il violoncello e ascoltare la sua voce che riproduce meccanismi primordiali di espressione, in un lavoro teso ad una ridefinizione grezza degli obiettivi di Bailey (Morris è sempre stato uno dei suoi migliori discepoli), mentre Blue nel 2016 pensava a Lester Young, naturalmente in un’immacolata concezione dei due musicisti, con meno ansia espressiva di Elliptic Time.
La title track introduce immediatamente gli argomenti di cui si nutre l’improvvisazione e porta con sé un feeling serrato ed istintivo, salti incoerenti sulla tastiera da una parte e gigantografie espressive del sax dall’altra, un pullalare di materia che si evolve, con punteggiature astratte e fuori dal comune; Invisible Mass mette in evidenza la perizia di Perelman nell’individuare alcune figure espressive al tenore, con dei glissandi inauditi che sorreggono il fraseggio e che si presentano come dei veri e propri schizzi pittorici, vernice pollockiana densa in gettito scomposto che è invece frutto di un accorgimento estensivo sull’imboccatura dello strumento e dell’ottica di una simulazione intenzionale del tipo di sintassi trovata all’elettrica di Morris; poi, mentre nel centro di Palpable Energy le velocità di esecuzione si intensificano, in Cosmic Ray Music segue una strana catarsi o paralisi armonica, che mette assieme le volontà di una chitarra irrigidita e di un sax epilettico.

Elliptic Time ci dà una dritta formidabile sulla sensibilità istintiva che i musicisti provano nell’atto improvvisativo e su come essa possa relazionarsi agli elementi vitali dell’Universo: non sono solo i titoli dei brani a farcelo notare, ma anche il bagaglio ereditario che la musica dei due musicisti porta con sé, la libera e dignitosa visione di Plotino di cui parlavo all’inizio. Perelman e Morris lasciano intatte le loro personalità e fanno scorrere l’immaginazione in modo tale che diventi palese la relazione biologica tra la loro creatività e le evoluzioni “silenziose” del cosmo (che il nostro udito e la distanza fisica non riescono a farci percepire); tutto si muove inesorabilmente in Elliptic Time, senza delimitazioni di sorta, una grande cassa di risonanza che tende ad una concezione emotiva perfetta della musica e che ha un dono in più rispetto alla materia, ossia la concretezza delle costruzioni dell’anima.

Articolo precedenteA list of musical references for 2022
Articolo successivoAddio a Manuel Göttsching, Jeff Beck e Eduard Artemyev
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.