Nicola Guazzaloca/Gianni Mimmo: Herbstreise

0
600

Spesso si parla di creatività senza gli adeguati approfondimenti. Nell’arte l’abbiamo associata ad un incredibile stato di suggestione fornita dagli esseri umani, dove non sempre siamo capaci di guardare ciò che c’è dietro. La confusione non sta solo nel fatto di non riconoscere le competenze e le esperienze che l’opera d’arte porta con sé, ma anche nell’incapacità di scorgere l’essenza della vera arte, ossia la sua fase tensiva. Chi improvvisa liberamente sa benissimo che indipendemente da tutto ciò che si è appreso o sperimentato, ciò che è importante è la connessione dei pensieri e il giungere ad un’intuizione profonda.

Su Herbstreise, titolazione tedesca dell’ultimo CD del pianista Nicola Guazzaloca e il sassofonista soprano Gianni Mimmo, che rimanda al “viaggio autunnale”, si intuisce come l’importanza delle libere associazioni sia prodroma di processi casuali che hanno pieni confini entro la capacità creativa così come delineata da me nell’incipit; una volta superato l’ostacolo di una piena comprensione tecnico-estetica delle suggestioni offerte dai due musicisti, si può entrare in un calderone di idee e associazioni mentali di cui si potrebbe fornire spiegazione solo un attimo dopo averle esternate. Nelle 17 tracce di Herbstreise la volontà di Guazzaloca e Mimmo è di fermare per un attimo gli accanimenti artistici, la produzione di regole, i percorsi troppo direzionali e di farsi guidare dalla tensione offerta in tempo reale dai suoni: una visione analitica di quanto ascoltato permette di captare le analogie, le unioni o gli allentamenti che arrivano all’istante e che ci fanno stare molto lontani dalle leggi musicali; suggerisco una divisione dei brani che potrebbe condursi a quattro partizioni narrative, qualcosa che può essere intuita dalla titolazione e dalla suddivisione specifica dei pezzi, dove una è dedicata alle “variazioni di luce”, una dedicata alla “pioggia”, una impostata su una sorta di “trasposizione liederistica” delle improvvisazioni, una impostata sul “viaggio e il ricordo”.

Già nel comparto che sonda la consistenza luminosa, con l’introduttiva The Silver Lining, percepiamo uno scenario di fondo, tutto compreso in quella esplicativa combinazione di “stili” che i due musicisti propongono, ossia libere astrazioni in grado di rappresentare un art sound molto poetico della libera improvvisazione, oserei dire associazione di figurativismo (spinto anche al di fuori dei suoi confini usuali) e astrattismo, una formula finalizzata al riporto del dono dell’armonicità implicita (non solo quella dei parametri). Quando Mimmo suona il suo soprano ci sono molti mondi da esplorare, poiché egli è capace di tirarti fuori con una grazia impressionante una catena di note, così come sa esplorare la riflessione lavorando con finezza sui multifonici (senti Unsailed Ship per esempio) o toccare con originalità i vertici alti del registro (rivolgiti a Those Rainy Days); dal canto suo, Guazzaloca è naturalmente esposto per le rapide successioni sulla tastiera, condotte con una splendida visuale non convenzionale, tra ribattute, salti, brevi ruminazioni, qualcosa che però ha una sua consistenza e ampiezza creativa, anche quando le “escursioni” si fanno lontano dalla tastiera.
Si diceva della “pioggia”, un evento atmosferico che qui viene rappresentato con brevi improvvisazioni associative del pensiero, pensando probabilmente anche al rumore naturale che l’acqua assume quando raggiunge le superfici o tiene certe velocità; le tecniche estensive qui fanno la loro parte con una propensione all’analogia degli interventi, ma in generale è tutto molto frizzante e inquadrato nel modo espressivo che contraddistingue i due musicisti. E’ la psicologia che gioca un ruolo fondamentale nell’improvvisazione e in Herbstreise essa subisce una virata eloquente nella parte devota ai Four Lieder (le tracce dalla 11 alla 14) che scandiscono una fase più intimista e meno casuale, in cui si denota maggiormente un idioma jazzistico e il coinvolgimento dei musicisti sul laisser aller delle note o degli accordi: è comunque un modo molto antipatico per dimostrare che c’è del jazz, soprattutto se si ascolta First Longing, quasi cinque minuti di miracoli, da una parte e dall’altra e un raccordo sulla sensibilità e la difficoltà dell’interplay che sembra provenire da una vita.

Qual è la storia tensiva che viene fuori da Herbstreise? E’ quella della sollecitazione degli stimoli, avere spazi sufficienti per far venir fuori le intuizioni e andare verso una fondazione rinnovata del pensiero; è sottile innovazione quella che si nasconde tra le maglie di Herbstreise, che vuol far riflettere su come ci si pone di fronte al mondo, su che adulti vogliamo essere. Il brano omonimo nel finale del lavoro è uno splendido spaccato di questa arte sfuggente che Guazzaloca e Mimmo vogliono fornirci, ma io ritengo che non si tratti solo di suggestioni, ma che ci sia pure un’implicita persuasione morale verso un mondo corretto, qualcosa che scaturisce dal loro consolidato linguaggio e che io ho compreso.

Articolo precedenteMusiche inclassificabili: il Festival Umlaut 2023
Articolo successivoAntonella Bini: Illuminanz
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.