Della bravura di Steve Roden ce ne siamo accorti già parecchi anni fa prima che avesse l’Alzheimer nel 2017. Sperimentatore ed artista visivo completo e impegnato su più fronti, dalla fotografia alle installazioni, dai dipinti alle frammentazioni sonore, fino ad arrivare a mappe e partiture grafiche che approfondivano pratiche di sonorizzazione derivanti da processi da lui creati, Roden ha avuto soprattutto l’intuizione originale della “lowercase” music, definita da Roden come “…suono indirizzato alla sottigliezza e alla tranquilla attività dell’ascolto…”; frequenze basse, soundscapes minimali con rumori selezionati, dettagli scultorei realizzati con oggetti e manipolazioni di elettronica e soprattutto silenzio, in una delle più acclamabili versioni. Per molti riferimenti riguardo a quanto sia stato importante il ruolo di Roden nella musica contemporanea puoi andare a leggere quanto scrissi nel maggio 2012, dove invididuavo il lowercase in un’area di oggettivo sviluppo cageano di natura non accademica (leggilo qui).
Rip Steve Roden