Nella collocazione esistenziale che ha caratterizzato la crisi della teoria musicale, i compositori hanno trovato rifugi insperati nell’elettronica, nella composizione assistita, nell’escursione dei parametri timbrici e nei poteri della psicoacustica. Su queste basi si è creata la fortissima volontà di evitare per la musica quella fine che tutti sembrano agognare: si deve continuare sulla strada del “suono”, concepito con i suoi contesti e le sue situazioni fenomenologiche e trovare (oggi più che mai)