Per la nuova edizione dell’Eclat Festival 2024, che si svolgerà tra il 31 gennaio e il 4 febbraio prossimo, la direzione artistica sembra aver voluto stimolare l’idea del “cambio di prospettiva”. E’ qualcosa che deriva dalla situazione attuale della società (cambiamenti geopolitici, climatici, guerre irrisolvibili, autocrazie, polarizzazioni) e dell’arte (le cui verità sono condannate a sopravvivere in un ambito poco ascoltato); a quanto pare un “cambio di prospettiva” è ottenibile attraverso l’intreccio culturale e applicabile grazie alle modificazioni degli spazi, all’arditezza delle opere e al rinnovato interscambio della musica con la poesia e il teatro.
Sulla base di queste considerazioni Christine Fischer, direttrice dell’Eclat, ci fa notare come il programma sia aderente alla mutazione invocata:
“…dieci poeti e compositori provenienti da tutte le parti d’Europa lavorano a stretto contatto in Poetry Affairs. I modelli letterari influenzano anche la forma musicale di molti altri progetti –come Music of the Sefira di Yair Klartag o Invisible Threads di Christian Mason (1), tenuti insieme da un notevole testo “polifonico” di Paul Griffiths. Con questo ‘rituale sonoro’ celebriamo anche il Quartetto Arditti, che esiste ormai da 50 anni. Molti attori collaudati continuano ad essere i “pilastri” del festival (i non ultimi Neue Vocalsolisten, SWR Symphonieorchester e SWR Vokalensemble) e caratterizzano anche questa annata. Ma alcuni stanno anche facendo il loro debutto all’ECLAT, incluso il quartetto newyorkese di piano-percussioni Yarn/Wire, l’ensemble berlinese Apparat e il duo LAB51 di Karlsruhe…” (note del programma, mia traduzione dal tedesco).
Nel ricordare che la quasi totalità delle composizioni è proposta in prima mondiale ad eccezione di Invisible Threads di Christian Mason o del Don Quixote Concerto di Franck Bedrossian (qui rinnovato in una versione orchestrale -2-), devo purtroppo anche segnalare l’assenza completa di composizioni e musicisti italiani. Tra le prime che il programma offre (lo puoi leggere completo qui) si possono trovare quelle di Milica Djordjević, Eric Wubbels o Liza Lim, per una rassegna che comunque sarà coperta da SWR Kultur.
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(1) il pezzo di Mason è stato già oggetto di un’installazione performativa nel Märkisches Museum di Witten, nell’aprile 2023 (sulla rete puoi sentire la musica caricata da un amatore qui ).
(2) Puoi trovare un approfondimento su questo capolavoro ancora misconosciuto del 21° secolo qui, dove ho anche discusso con Franck dell’opera.