Un rimestare di acque turbolente, notturne: fruscii elettronici, un beat sinuoso da cui si levano fumi quasi trip-hop, un canto elettronico sottile, -un synth?- ad indicare un sentiero interrotto nella notte; poi il groove prende più corpo con percussioni che ricordano l’hang svizzero, mondato della melassa new age che lo avvolge; siamo dalle parti di Mick Karn, il bassista dei Japan, o degli .O.Rang, per chi se li ricorda, il progetto di Paul Webb e Lee Harris, sezione ritmica dei Talk Talk. Riferimenti che appartengono a mondi in apparenza lontani da quelli che normalmente vengono trattati su queste pagine, ma che hanno ragione di trovare qui cittadinanza, e vedremo subito perché. La traccia si intitola Dolceacqua ed apre