In una delle tante connessioni al tempo che caratterizzarono il temperamento filosofico e musicale di Morton Feldman ve n’è una che ha avuto modo di dimostrarsi profetica. Feldman si accorse che ogni categorizzazione del tempo può scomparire se si agisce musicalmente sul piano sensoriale; in particolare “…si comincia una composizione con un ‘salto come se si andasse in un altro luogo dove il tempo ‘muta’, per converso non si termina un’opera con un gesto paralinguistico di chiusura, ma si ‘abbandona’ semplicemente quel luogo…” (1).
Il collocarsi in un’altra dimensione