Quarto anno consecutivo del Now Music Festival, che si svolgerà dal 21 al 25 agosto nell’usuale area della Pieve di Ponte allo Spino, un edificio in stile romanico risalente a prima del 1200. L’organizzazione del festival è sempre nelle mani dei fratelli Bondesan (Michele e Tobia) e Giuseppe Sardina, che quest’anno hanno voluto ampliare le direzioni estetiche: non solo libera improvvisazione ma anche idiomi jazz.
Il programma prevede molti eventi (leggilo completo qui), ma sfogliando le proposte dei concerti si può tranquillamente affermare che alla Pieve di Ponte allo Spino saranno presenti molti musicisti che già risiedono o promettono di far residenza ai piani alti dell’improvvisazione italiana (idiomatica e non). Tra i primi ci sono veterani del jazz come Emanuele Parrini, Silvia Bolognesi, il duo Maier-Ottaviano, De Rossi-Marino, il trio di Filippo Sala (con Terragnoli e Corini); tra i secondi il quartetto di Mariasole De Pascali, il trio di Blend3 (Grossi, Caliumi, Bonifati) e quello di Ophir (Centasso, Giacomoni, Catalano).
Nell’area genetica della free improvisation, invece, sarà dato spazio alle sperimentazioni elettroacustiche di Alessandro Gambato con il progetto di Love me radically, nove altoparlanti ‘nudi’ a terra che riproducono audio generato algoritmicamente e che impongono una riflessione sulle instabilità viste come dipendenze; poi una performance della DOOOM Orchestra, conduction creata da Francesco Cigana con molti giovani musicisti interessanti al suo interno (Agnese Amico, Nina Baietta, Riccardo Matetich, etc.), con un pluri-approccio nel metodo e nella lega degli interventi, nelle parole di Cigana “by focusing on improvisation, Dooom mixes, merges and reworks different styles, aiming at offering an unusual and exciting musical experience” (vedi qui un live del 2021); ed ancora si avrà l’anteprima del nuovo CD della cantante padovana Nina Baietta di imminente pubblicazione per Setola di Maiale (dal titolo Ea: One-voice Study on a Wordless Dictionary): Baietta è una ricercatrice e presenta un personale approccio all’improvvisazione libera (qui una sua bella performance del 2019 al Love Supreme Impro Festival), qualcosa che il programma fa risaltare come “esigenza di trovare un nuovo modo di ascoltare, in cui la scarna forza espressiva è contenuta dall’intelligenza della forma“.