Convergenza e complementarietà: sul Quartetto LGBS

0
133
foto Jean-Claude Sarrasin, Periscope Lione 2023

Quando si pensa ai quartetti d’archi che suonano in un ambito strettamente improvvisativo, ossia senza idioma jazzistico, bisogna trovare punti di riferimento sia in quantità che qualità degli interventi. Dei quartetti d’archi nel jazz ve ne ho già parlato in un mio articolo passato (puoi leggerlo qui) e in quella sede accennai al lavoro di allontanamento prezioso dall’idioma jazz degli improvvisatori inglesi e portoghesi; si può senz’altro affermare che gli improvvisatori liberi hanno servito le due principali destinazioni dell’interplay, ossia la dialogicità o/e l’attenzione al suono, trasferendo nella loro espressione forme asemantiche e combinazioni timbriche capaci di

Articolo precedenteAqua Tofana: la prima opera di Gaia Aloisi al Tête à Tête Opera Festival di Londra
Articolo successivoMarius Neset & Leif Ove Andsnes – Who We Are
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.