Nelle tante ricerche che ho svolto per conoscere meglio le realtà musicali nelle varie nazioni europee, devo riconoscere che per la Polonia ho avuto la sensazione di aver trovato uno zenit, con un interesse ed un’effervescenza mostrata in toto da musicisti, giornalisti e addetti al settore. C’è forse una gran voglia di sensibilizzazione culturale e sociale che si attua in un paese che probabilmente ha vissuto (e vive) profonde mutazioni che riguardano l’ambiente, l’economia e la società.
Mi piace sottolineare, perciò, l’imminente ottavo Spontaneous Music Festival che si terrà a Poznan nella prima settimana di ottobre (precisamente dal 3 al 6 ottobre), festival di musica improvvisata che quest’anno ha come sottolineatura lo slogan ‘call and response’. E’ un’edizione unica del festival a Poznan, come viene evidenziato nel manifesto del festival, che qui riporto tradotto nelle sue parti essenziali:
“…presenteremo musica improvvisata che affonda le sue radici in un’infinità di generi, eseguita non solo da giovani astri nascenti della scena, ma anche da veri maestri, tra cui il sassofonista britannico John Butcher, che festeggerà con noi il suo 70esimo compleanno. Da Londra verranno da noi altre due figure illustri della musica creativa europea: il percussionista (anche violoncellista) Mark Wastell e il mandolinista (ex violinista) Phil Durrant.
Il festival sarà anche l’occasione per commemorare il trentesimo anniversario della morte del cofondatore del genere, l’impareggiabile John Stevens, un uomo senza il quale nulla di spontaneo sarebbe possibile. Soprattutto qui a Poznań, dove l’etichetta “spontaneo” sembra applicarsi a molte attività musicali. Aggiungiamo che il nome dell’edizione di quest’anno si riferisce a uno dei metodi creativi che Stevens ha permanentemente iscritto nella storia della musica creativa […]. Tra i giovani rampanti prima annunciati ci saranno musicisti della penisola iberica (l’emozionante quartetto Light Machina con il batterista João Valinho, il trombettista Luís Vicente, il chitarrista Marcelo dos Reis e il trombonista Salvoandrea Lucifora) e una forte rappresentanza di Berlino e dei suoi dintorni scandinavi, come al solito con una versione molto internazionalizzata. Verranno al Dragon per soggiorni di due giorni: il contrabbassista danese Adam Pultz Melbye, il sassofonista tedesco Jonas Engel, la pianista belga Anaïs Tuerlinckx, l’operatore tedesco di apparecchiature elettroniche Andrea Ermke, la sassofonista argentina Sofia Salvo e infine il batterista norvegese Ståle Liavik Solberg.
La rappresentanza nazionale sarà altrettanto forte: il punk rock Zdrój (Jakub Zawada alla chitarra e Sebastiaan Janssen alla batteria), l’elettroacustico Czarnoziem (Michał Giżycki al sassofono e clarinetto basso e Dawid Dąbrowski al sintetizzatore modulare), nonché un gruppo di musicisti che conosciamo bene dalle scene di Poznań e che si inserirà meravigliosamente in tutte le formazioni internazionali “ad hoc” e contribuirà a creare il gran finale dell’evento: sono la pianista Anna Jędrzejewska, il contrabbassista Ksawery Wójciński e il violinista Ostap Mańko.
Gli organizzatori hanno in programma due blocchi di concerti, che saranno interamente riempiti con formazioni “ad hoc”, ovvero primi incontri sul palco in una determinata configurazione personale. Un blocco si svolgerà venerdì e l’altro domenica. Le formazioni definitive verranno presentate al grande pubblico all’ultimo minuto.
Il culmine dell’evento di quattro giorni sarà l’esibizione dell’orchestra del festival, chiamata Large Ensemble. Il tendone internazionale sarà guidato da John Butcher. Lui stesso si esibirà a Poznań quattro volte: da solista, in duetto, in trio e come parte della suddetta orchestra.
Avremo quattro giorni di musica (il primo senza biglietto!), una dozzina di concerti, un workshop per musicisti condotto da Adam Pultz Melbye e la presentazione del film/concerto “Spontaneous Music Ensemble, Oslo 1971”: succederà di tutto!…“
Qui puoi trovare un dettaglio del programma di questo importante festival dell’improvvisazione.