Come successo in tanti campi del sapere anche nella musica si è giunti a conclusioni che coinvolgono corrette definizioni di ciò che viene chiamata ‘instabilità’. Data per scontata la plurima caratterizzazione semiotica del termine, in realtà ci sono almeno un paio di significativi indirizzi sui quali la musica si è soffermata, da una parte un orientamento sviluppato in aderenza a principi musicologici (vedi per esempio la mancanza di gravità delle teorie di Schoenberg), dall’altra l’individuazione di principi fisici strettamente connessi al suono (per esempio le relazioni somatiche di un pezzo di musica elettronica).
Una grande verità sta anche nell’instabilità estetica dell’arte e conseguentemente anche della musica, l’insicurezza interiore che spinge sull’inconscio e sulla creazione. La troviamo nelle opere, più o meno evidenziata dai suoi autori, ma coerente con una riflessione ampia su come poter costruire un cambiamento: i mezzi per mostrarla sono tanti e non difetta nemmeno il tramite elettroacustico, come succede nel sistema multicanale di Love me Radically di Alessandro Gambato; veneziano, classe 1997, Gambato è