Una delle qualità della storica Associazione Amici della Musica di Firenze è quella di capitalizzare il suo interesse sulla programmazione della musica da camera e di debordare spesso negli anfratti della musica contemporanea. La curatela annuale del Mad – Murate Art District, per esempio, è un punto di riferimento importante per lo sviluppo di speciali incontri, workshop ed esposizioni artistiche che si inoltrano anche nell’area della musica contemporanea. Come per tutti gli anni, anche nel 2024 il Mad si segnala per una rubrica del programma di concerti chiamata “Ritratti”, una particolare devoluzione fatta dall’organizzazione ad un compositore o musicista in attività che ottiene piena libertà per impostare un palinsesto da camera in cui accanto a proprie composizioni si coniugano opere di altri compositori: quest’anno sarà la volta della compositrice Giulia Lorusso con il chitarrista Ruben Mattia Santorsa, i quali hanno ricevuto il testimone per un concerto che si svolgerà domenica 1 dicembre a Piazza delle Murate.
Con l’introduzione di Francesco Antonioni, il concerto prevede l’esecuzione di composizioni di Lorusso scritte per chitarra elettrica e suonate da Santorsa, un paio di esse nate proprio come collaborazioni con il bravissimo chitarrista (À fleur de peau e Drift), poi un paio di composizioni non convenzionali di Laurence Crane e Lisa Illean e Drones, un pezzo nuovo scritto ed eseguito da Santorsa stesso; un interessante collante del palinsesto è fornito proprio dalla Lorusso che avrà il piacere di presentare Natura Alchemica, 4 parti realizzate interamente per supporto fisso, che prendono in considerazione 4 importanti compositrici femminili del passato: Hildegard Von Bingen, Francesca Caccini, Barbara Strozzi e Maddalena Casulana. Qui il link ordinato del programma del 1 dicembre.
Quest’anno Lorusso ha anche composto per Santorsa un ulteriore, bellissimo pezzo per chitarra ed orchestra dal titolo Natura electrica, che è stato eseguito in prima assoluta ad aprile scorso a Parigi grazie all’Ensemble 2e2m diretto da Léo Margue e che si pone come un antecedente di Natura Alchemica consequenziale nella ricerca estetica.
Su Natura Alchemica Lorusso ci racconta:
“Ho voluto affrontare la musica di compositrici donne medievali, rinascimentali e barocche che ammiro moltissimo per le loro opere, attraverso delle rielaborazioni di elettronica implementate con sintetizzatori, plug-in e piccoli accorgimenti digitali. L’obiettivo è stato quello di provare il piacere di immergersi in queste antiche opere e trovarne una nuova collocazione attraverso una manipolazione e deformazione controllata delle stesse. La natura alchemica dei brani è eterna, si trasforma ma non perde la propria essenza, avevo voglia di una rinascita della musica di queste compositrici sotto la convinzione di forme attuali, ma mantenendo la riconoscibilità del brano originario; inoltre muovermi tra estetiche e idiomi che non frequento nella mia musica e lavorare perciò su materiale altrui mi ha liberata da tanti timori.
Per Barbara Strozzi si tratta di una rielaborazione dell’aria Che si può fare op.8, tratta da una raccolta di arie composte per basso continuo e voce femminile: ho effettuato dei reverse e degli interventi tesi all’inversione delle armonie; in tal modo sembra di sentire quasi un pezzo di Bjork poiché la mia elaborazione è vicina all’estetica di un brano di indie rock contemporaneo. Per Francesca Caccini mi sono concentrata su un’aria per voce e basso continuo tratta dal Primo Libro delle Musiche, dove in questo caso l’ambiente è più leggero con elaborazioni di suoni sintetici e suoni dell’organo. Il pezzo su Hildegard von Bingen è l’Ave Maria, o Auctrix Vite, tratta dal suo responsorio, dove ho utilizzato solo la linea melodica passandola tra diversi suoni sintetici FM e analogici esterni. Il lavoro su Maddalena Casulana è invece sovrapposizione di mottetti modificati e ricomposti e la mia elaborazione si basa su trasformazioni di registrazioni originali.
Due parole anche sull’assonanza con Natura electrica. Quando parlo di ‘natura’ voglio far riferimento al senso aristotelico, natura come essenza, e se parliamo della chitarra elettrica dobbiamo ammettere la sua natura ibrida: mi affascina l’intimo e personale dialogo che posso instaurare a distanza di secoli con le compositrici che hanno creato capolavori musicali, il che mi induce ad affermare che la scrittura è un fenomeno collettivo, da vedersi sia nella collaborazione con Ruben, una scrittura a più mani, sia nella linea di continuità col passato che ho creato con i miei interventi, vite e connessioni del mondo totalmente differenti ma ricomponibili.” (Lorusso, corrispondenza diretta).