Ha ragione Michelangelo Lupone quando nella sua prefazione al libro Comporre con i modelli fisici di Nicoletta Andreuccetti, fa presente “la rarità di una didattica che si avvale delle conoscenze e delle risorse che la scienza mette a disposizione”. Solitamente, maestri e utenti sono tutti sbilanciati verso una storia dell’elettronica che mette al centro del suo interesse l’interesse acustico e le tecniche di sintesi classiche (additiva, sottrattiva, granulare, stocastica, etc.), tuttavia esiste un’area della composizione che da tempo è affascinata dai modelli fisici e dalle provvidenze che questi possono fornire al lavoro del compositore. Nel mostrare per iscritto il know-how raggiunto in tanti anni di esperienze, Andreuccetti delimita un argomento che ha sempre avuto un maggior risalto all’estero, con contributi essenziali e sparsi in diversificate fonti; ad ogni modo sia in Italia che all’estero, un testo ufficiale che si prodigasse in maniera ordinata tra strumenti e approcci della sintesi mediante modellazione fisica mancava proprio, perciò Andreuccetti colma certamente una lacuna editoriale.
Cos’è la Physically-Based Modeling di cui Andreuccetti parla nel suo libro? E’ in sostanza un approcco algoritmico applicato