Kristine Tjøgersen – Between Trees

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Il periodo pandemico ha accentuato la preoccupazione degli individui in tutto il mondo per la mancanza di iniziative concrete dei governi contro i pericoli dell’inquinamento. Sembra non esserci in prima istanza nessun collegamento tra pandemia e degrado ambientale ma in realtà il peggioramento dell’aria respirata, l’urbanizzazione selvaggia e le emissioni industriali sono agenti che facilitano le epidemie virali, aggiungendosi ai disastri già compiuti sul clima. Sono tutti effetti che oramai fanno parte della realtà, visibili e talvolta tremendi, effetti che hanno spinto molti scrittori, registi, musicisti, pittori e tanti artisti del nostro secolo a pensare la loro arte in altro modo, nel senso di una coniugazione della creatività con i pressanti problemi dell’inquinamento ambientale; per ciò che concerne la musica, il passo fondamentale è stato l’avvicinamento dei suoni strumentali a quelli reali, con una parte della composizione che si è specchiata nella natura sia a livello macro che micro, prendendo in considerazione anche gli elementi che la popolano. A costo anche di essere indigesti nella condivisione dei gusti altrettanto alterati dell’audience.

Una spinta notevole all’interesse ambientale è arrivata dal mondo musicale nordico e, nel particolare, dalla compositrice norvegese Kristine Tjøgersen (1982), la quale ha impostato tutta la scrittura secondo criteri informativi e riflessivi:
“…penso che

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.