Dal 31 gennaio prossimo fino al 16 febbraio si potranno seguire i lavori della terza Biennale für Neue Musik a Heidelberg, cittadina della Germania sud-occidentale. Heidelberg ospiterà un progetto scientifico-musicale transdisciplinare che si rapporterà alla figura di Hermann von Helmholtz, medico e fisico che lavorò in quel luogo tra il 1858 e il 1870 e che scrisse negli anni della sua permanenza a Heidelberg il testo Lehre von den Tonempfindungen als physiologische Grundlage für die Theorie der Musik (tradotto in italiano starebbe per “Dottrina delle sensazioni tonali come base fisiologica per la teoria della musica”). Heidelberg fu molto amico di Wagner e il suo testo è ancora molto studiato dai ricercatori che si occupano della fisiologia dell’udito o in generale dai ricercatori di altri campi, che si interessano alle teorie di Helmholtz per intersezioni con la propria materia (quindi non solo neurologi o psicologi, ma anche filosofi, musicologi e critici musicali). L’omaggio a Helmholtz consiste nel riunire discipline artistiche e scientifiche con concerti in alcuni luoghi della città, in particolare nelle vecchie officine riconvertite nel BETRIEBSWERK, nel vecchio auditorium dell’università, nella vecchia aula magna dell’istituto di fisica e nella chiesa dei gesuiti del 1712; oltre ai concerti, corsi universitari, conferenze e progetti che stimolano l’ascolto.
I programmi musicali contengono musica classica tradizionale (si va da Brahms a Wagner e da Charles Ives ad Ursula Mamlok) e musica contemporanea nuova di zecca: quest’anno sono previste 6 anteprime di musica contemporanea che coinvolgeranno la SCHOLA Heidelberg, una delle principali compagini corali al mondo e l’ensemble aisthesis di Walter Nußbaum; le prime sono di
–Elnaz Seyedi: witnessing… – aushalten
-Caspar Johannes Walter: Labialklänge 5 – Helmholtz im Chaos
–Arne Gieshoff: Helmholtz’ labor // séance
–Arnulf Herrmann: alles gut.
-Valerio Sannicandro: chants contraires
-Sarah Nemtsov: Schatten zu (nach Rainer René Mueller)
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