Music is a living thing. It lives some time and it shows, itself, how it wants to develop. (Younghi Pagh-Paan).
Il bellissimo inciso della compositrice sud coreana porta con sé un senso della predestinazione che ben si adatta alla musica della compositrice iraniana Elnaz Seyedi (1982). Nel fondare le basi della composizione è frequente partire da un’idea di base, uno stimolo sonoro o visivo che poi ha bisogno di crescere e di essere potenziato dal compositore. Nel rimuginare su quanto la filosofia ci ha insegnato in secoli di storia sul tema dell’immaginazione, Seyedi prova a farci intendere che la musica è un impegno sensibile in cui riversare le nostre aspirazioni e i nostri pensieri.
C’è una monografia che proviene della magnifica serie Podium Gegenwart della Wergo,