1La musica cosiddetta contemporanea cova al suo interno un infinito potenziale. La liberazione dei parametri ha condotto verso nuove interpretazioni del repertorio moderno e non fanno eccezione nemmeno quelle delle percussioni, un mondo dove sono state stimolate le aggregazioni per sperimentare su volumi, timbri, masse e articolazioni. Per esempio, a Roma nel 2012 si è formato il Blow Up Percussion, un ensemble di percussionisti che si rendono esecutori del repertorio contemporaneo proponendosi anche come musicisti prescelti per collaborazioni con compositori di diversa estrazione stilistica. E’ un gran merito che musicisti come Flavio Tanzi e compagni condividono, perseguendo coerentemente i compiti di un percussionista non retorico e gettando uno sguardo famelico sulle estetiche del secondo novecento e ventunesimo secolo: oltre ad aver transitato in alcune delle principali manifestazioni musicali in tutta Europa, sono protagonisti di collaborazioni importanti e specifiche che si caratterizzano non solo per il discorso musicale ma anche per la ricerca che c’è dentro. Hanno eseguito con perizia le opere percussive principali del minimalismo (Reich, Wolfe, Adams, etc.), accompagnato l’interesse di un certo tipo di composizione italiana e non (da Filidei, Sanna, Marchettini fino ad arrivare a Dessner e Cerrone) e, come detto, sperimentato opere più complesse sul piano dei contenuti e della ricerca elettroacustica (Reid, Antonioni, Montalti, Guidarini, etc.). Nel 2019 il Blow Up ha anche cominciato a partorire una ‘cellula’ della diffusione degli intenti creativi con la rassegna di ‘Cerimoniali Ritmici’, con commissioni ad hoc per i concerti, coordinate con compositori particolarmente attenti alle novità del nostro tempo. Era arrivato il momento giusto per una trattazione del loro lavoro su PM: non potendo parlare di tutto il repertorio mi sono concentrato restrittivamente su una parte di esso, in particolare quella che li vede protagonisti dei pezzi da loro commissionati in prima assoluta; fornendo un’analisi tecnico-estetica di queste composizioni in ordine cronologico, voglio porre anche l’attenzione del lettore sullo schema utilizzato: ci sono dei links sui titoli utili per trovarci l’esecuzione del Blow Up Percussion, mentre il colore diverso dei commenti (prima verde e poi nero) che ho usato indica da una parte le note di programma dettate dal compositore (o in mancanza stralci di stampa che derivano da eventi) e dall’altra il mio commento. Alla fine dell’enunciato dei brani, poi, ho invitato Flavio Tanzi a rispondere a qualche domanda.
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