Lands End: l’opera pianistica di Luciano Chessa

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foto Ettore Garzia
Due ore passate benissimo al Conservatorio di Reggio Emilia per la presentazione del CD Lands End, ossia la composizione al piano di Luciano Chessa suonata da Claudio Sanna. Su Percorsi Musicali Eyal Hareuveni ha fornito un’anticipazione del CD un paio di settimane fa, ma la bellezza della musica di Chessa acquista un fascino irreversibile dal vivo, con i suoi collage di rumori, suoni ed espedienti melodici e armonici. Preceduti da una presentazione di Marco Pedrazzini -insegnante, musicologo, nonché fondatore dell’Icarus Ensemble, uno dei più interessanti e qualificati ensemble di musica contemporanea-, Chessa e Sanna hanno ripreso alcuni dei brani più significativi di Lands End (l’omonima composizione al pianoforte, Louganis, Inkless Imagination III, for Fedele Azari) con corposi commenti sulla genesi e l’estetica dei pezzi. L’archetipo fondante della raccolta pianistica di Chessa è l’immaginario poetico del finis terrae, definito come ‘spazi liminali, oscillazioni tra i regni della fisica e della metafisica, dell’alchimia e dell’anarchia’ (note dell’opuscolo che accompagnava la presentazione del CD). Già più di 35 anni fa Chessa ribadiva il valore della ricerca negli interni del pianoforte, attraverso eliche o oggetti di uso comune intesi per una sollecitazione armonica ed estetica, una pratica che oggi ispira ancora tanti artisti e compositori (pensate per esempio alle ‘eliche’ di Lisa Streich). Nell’evitare sterili paragoni tra quanto sentito dal vivo e le registrazioni, mi preme sottolineare la centratura modernissima che queste composizioni al pianoforte rivestono oggi, qualcosa che l’ascolto diretto restituisce immediatamente grazie a tanti elementi intuitivi: le partiture miste (pentagramma ed indicazioni di comportamento per il musicista), la brillantezza della ricerca sugli armonici, l’evoluzione dei pezzi, le tecniche estensive e direi persino le mani del pianista Sanna, la cui grandezza, potenza ed elasticità sul pianoforte sono qualità che non si trovano per nulla in giro. Le proiezioni interpretative di Sanna sono un continuo riconoscimento della bellezza delle strutture scritte da Chessa, il quale ha ricambiato non solo in parole e ringraziamenti ufficiali ma anche in ‘sentimento’, giacché il compositore era spesso con gli occhi chiusi, assorto come in meditazione in una sorta di ‘nuvola’ sonora.
Per cesellare questa realtà musicale con il pubblico partecipante Sanna e Chessa hanno ad un certo punto chiamato sul palco 11 convenuti del mini concerto, tra cui io stesso, invitati per introdurre spazzolini da denti elettrici negli interni del pianoforte, secondo il comando di Sanna.
Questi ‘confini’ del mondo pensati da Chessa e suonati da Sanna liberano grandi immaginari, mettono in relazione qualche nota di un autentico romanticismo alla Schumann con una delle tecniche estensive di George Crumb, permettono di intravedere un’alea musicale pro-Cage ma allo stesso tempo commutano alcuni dei migliori principi della

foto Ettore Garzia

musica contemporanea (alcuni -ismi come rumorismo o minimalismo, aspetti qualitativi che il compositore ha sviluppato in saggi la cui valenza è per molti da inquadrare nel gotha dei testi prestigiosi su quegli argomenti).
Nonostante ci siano state alcune citazioni su PM, ho parlato poco di Chessa e della sua musica. Ho promesso al compositore di colmare questa lacuna, magari in occasione della pubblicazione del suo libro Luigi Russolo, Futurist: Noise, Visual Arts, and the Occult, che sta avendo finalmente la sua traduzione in italiano. Intanto, rivolgete il vostro sguardo a Lands End. Assolutamente!

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.