E’ grazie a Deleuze e Guattari che sono stati ribaltati in filosofia gli accessi al ‘tempo’. Quando Boulez nei suoi saggi e musiche si riferiva alla capacità di formare un ritmo non misurabile, fluttuante ma espressivo, non faceva nient’altro che riferirsi al pensiero dei filosofi contemporanei francesi di Mille plateaux: “…l’accadere è la forma a priori del tempo, che fabbrica ogni volta tempi differenti…”. L’affermazione di Deleuze e Guattari aveva colto un intuito generativo del tempo o, per quanto riguarda la musica, del ritmo o della sua scansione (la pulsazione), il che significava che esiste un potere genetico della pulsazione che può dilatarsi o non avere una periodicità stabilita, ma aldilà del differimento la moderna teoria sulla pulsazione mette in evidenza la potenza vitale del ‘piano ritmico’ così ottenuto: le pulsazioni germinali comportano un ritmo sempre in ‘transcodificazione’ e fanno splendere gli orientamenti della musica, le sue forme, le sue andature. Di questo insegnamento si è cibata la composizione contemporanea e proprio sul concetto della ‘pulsazione’ ha eretto il suo pensiero il compositore Pasquale Corrado (1979).
Sin dalle prime composizioni, Corrado ha manifestato il suo interesse per un