Sulla musica di Yan Maresz

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photo @ 2021 Alice Blangero

Una generazione intera di compositori classici si è dovuta confrontare con l’esplosione dei generi popolari nel post seconda guerra mondiale. Soprattutto i nati nel decennio 1960-1970 hanno vissuto la loro adolescenza e giovinezza coinvolti dai gusti e dal peso di generi come il rock, il jazz, la dance music. E’ stato un sentiment che ho conosciuto bene perché anch’io ho fatto parte di quella generazione: si studiava musica classica, John Cage o Karlheinz Stockhausen cominciavano a seminare in quel periodo, ma era impossibile non restare ipnotizzati dalla musica dei Genesis, dal jazz di Coltrane e Davis o più in generale da una volontà di scoperta a largo raggio, in grado anche di stendere un ponte comunicativo con altre culture (la ricerca ad est del mondo fu uno dei principali drivers dei musicisti). Tutte queste considerazioni servono per introdurre la musica di Yan Maresz (1966), compositore francese il cui percorso artistico parte dallo studio di pianoforte e percussioni

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.