Beat Furrer oltre i 70: un compositore rappresentativo

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Mi capita spesso di interrogarmi sulla rappresentatività delle arti. Forse, per le menti schematiche come la mia, è quasi necessaria una sistemazione dei periodi storici, delle turbative e delle innovazioni che si sono sviluppate all’interno di multipli processi di trasformazione di strumenti, metodi e umori della società.
Sulla funzione rappresentativa della musica abbiamo alcuni esempi remoti che vorrei citare, partendo dagli albori della filosofia greca: il mondo filosofico di Platone o di Pitagora portava con sé la contemplazione di una felicità della pratica musicale o ancor più un’armonica consapevolezza di un cosmo di cui non si conosceva quasi nulla, ma si è dovuto aspettare Aristosseno di Taranto per ottenere l’alba di un riconoscimento pratico della musica; sebbene i greci

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.