Vito Palumbo e il ciclo ‘skin’

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foto cortese concessione del compositore

La composizione è fatta spesso di forti intuizioni. Chi frequenta con perspicacia il mondo della composizione, sondando pregi e difetti di essa, può accorgersi di come spesso possano balzare all’evidenza stili, metodi di scrittura o espressioni musicali importanti collegate ad un oggetto argomentale ben delineato nel pensiero del compositore.

Un intrigo fortissimo, per esempio, arriva dal ciclo skin del compositore Vito Palumbo (1972), con una serie di pezzi ognuno dedicato ad uno strumento differente. Palumbo è un apprezzatissimo compositore, influenzato da Berio e Corghi e da uno spirito di ricerca che si è riversato spesso nel comparto orchestrale; i critici lo hanno collocato tra ‘tradizione’ e ‘modernismo’, per via di una continuità scritturale che è la conseguenza di più di un secolo di novità della musica classica, partendo dalla seconda scuola viennese del Novecento e arrivando ai

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.