E’ noto che il compositore britannico Peter Maxwell Davies abbia affrontato in maniera piuttosto completa la materia del concerto dividendola per singolo strumento e di come la Naxos abbia oramai ristampato buona parte del suo catalogo; nel contempo, il compositore ha anche un debole per le isole (vive e prende ispirazione per le sue composizioni in un isola delle Orkney) e penisole tra cui l’Italia ed in particolare la Toscana. La Naxos pubblica il suo secondo Strathclyde concerto per cello e orchestra riproposto in veste tutta italiana grazie ad una registrazione effettuata con l’Orchestra sinfonica della Rai e con due solisti eccellenti come Vittorio Ceccanti al violoncello e Bruno Canino al piano: in questo cd oltre alla riproposizione del suo secondo Strathclyde, vengono inseriti tre composizioni in premieres mondiale (la sonata per cello e piano “Sequentia Serpentigena”, le Dances from The two fiddlers, sempre per cello e piano, e la breve solo per cello “Little tune for Vittorio in Maremma): ne viene fuori un disco molto interessante pensato apposta per farci apprezzare un aspetto particolare di Maxwell Davies, ossia quelle delle strette relazioni della sua musica con un certo tipo di arte; se gli Strathclyde sono stati concerti in cui il compositore ha sembrato mostrare un’ispirazione migliore di molti altri concerti, il secondo Strathclyde proposto qui in questa raccolta è certamente uno dei suoi migliori, invischiato com’è in un atmosfera cangiante tra tonalità e atonalità e con un sentimento austero degno di un’opera d’arte. Nell’àmbito del violoncello tutti i compositori post-Schoenberg e quelli imparentati con la serialità non hanno mai gradito la forma del concerto, propendendo ai fini di una maggiore e naturale espressività dello strumento, nella forma della sonata. Anche in questo caso questa regola sembra applicata con un solismo camerale inquadrato in una presenza orchestrale più consistente. Non c’è dubbio, inoltre che i compilatori di questo cd avessero avvertito il forte collegamento con l’arte toscana: è su quest’aspetto che insiste la “Sequentia Serpentigena“, composizione in più movimenti ispirata dalle pievi romaniche toscane: quel clima di austerità e di religiosità che si respira in quelle chiese sembra riproporsi nell’austerità della musica collegata alle segnalazioni della storia; senza dubbio un’ottima operazione che potrebbe far da sottofondo, come perfetta colonna sonora, ad una ipotetica visita alle pievi in tempo reale. Le “Dances from The two fiddlers“, pur essendo opera per bambini, non ha quella leggerezza che tutti si aspettano, possedendo al contrario un fascino derivato dal semplice contatto di culture ed epoche diverse che, preservando il rispetto delle origini e la loro identità come in un bel rapporto di amicizia (quella che lega il compositore inglese alla famiglia di Ceccanti) che non conosce limitazioni di qualità.