Discussione sull’armonia

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Questo articolo è un’anteprima tratta dal mio libro di prossima pubblicazione “Armonia Modale”

 

Capitolo 3        
  
                                                DISCUSSIONE SULLA ARMONIA
Qualsiasi linguaggio di qualsiasi natura è tale perché permette una comunicazione, non fa eccezione a questa regola il linguaggio musicale. Alla base di ogni linguaggio deve esserci un criterio logico che permette agli altri di comprendere tale linguaggio e quindi di comunicare.
In armonia tonale il criterio  logico è costituito dalle diverse regole gerarchiche tipo II–V-I, anatole, vari turn round, dominante, tonalità……….
In armonia modale il criterio logico è dato dai metodi di concatenazione dei modi.
In armonia modale/cromatica esistono i metodi sotto elencati.
In armonia cromatica la diatonia non esiste e di conseguenza non esistono la costruzione terziale degli accordi e quella scalare diatonica della melodia tipiche della armonia tonale ed in parte anche di quella modale, al loro posto esiste la costruzione intervallare degli accordi e della melodia. Tale costruzione non rispetta la diatonia ma è esclusivamente basata sulla scelta di intervalli e quindi anche i concetti di “Tonalità”, in essere nella armonia tonale, e di “Elemento modale prevalente”, in essere nella armonia modale e modale/cromatica, vengono annullati.
La cellula attiva nella costruzione armonica della musica tonale è la scala diatonica Ionian. In essa la dominante primaria risolve sulla triade di tonica ed è questa la caratteristica che permette la nascita della armonia tonale.
Nella musica modale la cellula attiva è la gravità modale ed essa si serve del Modo che è un universo acustico/emozionale e non va visto semplicemente come una scala modale come avviene in armonia tonale.
Nella musica modale/cromatizzata l’impianto è lo stesso della musica modale la quale viene arricchita da altre note non presenti nella scala diatonica modale. Essa si serve della scala cromatica che non va vista come una scala teorica, come avviene in armonia tonale, ma come una scala viva e funzionale. Quindi il Modo diatonico per l’utilizzo delle note latenti allarga il suo spazio armonico consentendo una ricchezza espressiva molto ampia.
Nella musica cromatica la cellula attiva è l’intervallo, si scelgono alcuni intervalli che quindi vengono praticati in forma melodica senza alcun legame con l’armonia sottostante. Quest’ultima non è necessaria anzi non ci sono i presupposti perché esista, infatti la melodia intervallare non essendo diatonica non segue la legge degli overtones che a sua volta è l’origine delle scale diatoniche e della armonia tonale e modale.
La composizione modale cromatica è basata su metodologie  molto soggettive.
Per questa ragione e da questo momento gran parte di ciò che dirò rappresenta la “TECNICA DEL MIO LINGUAGGIO ESPRESSIVO”. Tale tecnica è basata soprattutto sui metodi da me adoperati e in minor misura  su metodi di pubblico dominio.
I metodi da me adoperati sono i seguenti:

                 1)    Sovraimposizioni

2)    Pedal point modale/cromatico
3)    Cromatizzazione per aggiunta di note estranee al modo
4)    Modi a trasposizione limitata
5)    Modi orientali
6)    Modalismo/cromatico intervallare
7)    Bimodalità e trimodalità
8)    Melodia accordale
9)    Accodi con note aggiunte
10)          Armonia quartale
Nella armonia modale il centro tonale lo definisco più esattamente con il termine: “ELEMENTO MODALE PREVALENTE”.
In altre parole esiste un Modo che nell’ambito della composizione modale è ricorrente e spesso rappresenta la maniera con il quale comincia e termina  la composizione oppure il Modo prevalente in un pedal point dello stesso brano, il Modo che vien adoperato nel punto più importante del brano, per questo tale modo viene denominato “ ELEMENTO MODALE PREVALENTE”.
In una composizione contenente diversi Modi è opportuno cromatizzare soprattutto l’”Elemento modale prevalente” in quanto, essendo l’elemento armonico più intenso della composizione, la cromatizzazione lo arricchisce senza danneggiarlo. Non credo sia opportuno “disturbare” i Modi che gravitano intorno all’”Elemento modale prevalente”perché questi, per usare una metafora, a seguito della cromatizzazione potrebbero “uscire dall’orbita”, e perdere quindi il contatto con l’”Elemento modale prevalente”.
L’esistenza di un “Elemento modale prevalente”  permette di inserire in esso e non nei modi gravitanti, nell’ambito della composizione modale, gli elementi cromatici da me elencati , infatti in assenza dell’”elemento modale prevalente”, non avremmo la fusione tra la diatonia dei modi e il cromatismo perciò rientreremmo nell’ambito della armonia cromatica in senso stretto.
L’armonia cromatica in senso stretto non è diatonica, nella “armonia modale cromatica” esiste sempre un “elemento modale prevalente”che è un Modo la cui scala è diatonica accanto al quale scorrono elementi cromatici; per questo l’”ARMONIA MODALE/CROMATICA”  è fondamentalmente DIATONICA.
È evidente che in base alla complessità della nostra composizione il sound cromatico ed il sound modale possono prevalere uno sull’altro, infatti se all’”elemento modale prevalente” associamo una linea melodica ad intenso carattere cromatico, ad esempio di tipo intervallare, oppure associamo una linea melodica presa da scale sintetiche come quelle dei modi a trasposizione limitata, quindi non diatonica, il sound della nostra composizione modale sarà più cromatico, se invece associamo una “ melodia accordale “ il sound sarà fondamentalmente diatonico ma arricchito da elementi cromatici. In seguito tratterò in maniera più dettagliata l’argomento con tracce musicali per maggiore chiarezza.

                                                                                                           
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GIUSEPPE PERNA, pianista ed insegnante di Armonia Tonale e Modale, è un musicista che propone un modello di improvvisazione totale, che combina il classicismo e il jazz modale d‘avanguardia. La poetica musicale e melodica di Giuseppe Perna è per sua definizione “un tentativo di immersione in sé stessi, per essere in grado di toccare la bellezza” . Nell’arte di G.P. si coglie anche il suo scetticismo sulla società contemporanea, è la musica del fermarsi in tempo, materializzazione nel suono di un vuoto sorprendente, dove l’azione ritmica e melodica spesso è rallentata volutamente per indurre alla riflessione. L’improvvisazione modale libera dal prevedibile e spinge verso l’ignoto di una performance dove l’orchestrazione tipica proposta dalla modernità ufficiale si indebolisce per l’oscuramento dell’ elemento musicale di gravitazione tonale.