Concettualizzare i modi

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 Per percepire un determinato modo sono necessari dei tempi di sviluppo più lunghi rispetto al tonale, ma questo è totalmente in rapporto al tipo di ear training giornaliero tonale cui siamo sottoposti non tanto alle difficoltà intrinseche legate al modale. Nelle culture orientali avviene esattamente l’opposto.
 Il modo ( es: Ab locrian) non lo esprimo in base alla quantità di note prese dalla scala di quel modo ma in base alla atmosfera legata al modo. Nella scala modale non esistono note più importanti e meno importanti, il tritono non ha alcun valore tonale, gli intervalli non hanno alcun valore tonale, le note della scala hanno tutte la stessa importanza sia in una line monofonica che polifonica. E’ l’atmosfera che caratterizza il modo.
Se ho bisogno di esprimere sentimenti di aggressività, frenesia, irrequietezza, adopero il modo lydio.
Se ho bisogno di esprimere sentimenti di profondo romanticismo adopero il modo Aeolian
Io non penso in termini di settima…bemolle……diesis.…5+ …4+ e chi più ne ha più ne metta, per me esiste solo il modo, esso contiene la line, gli accordi il contrappunto…tutto.
Ad esempio se suono  C Dorian, in armonia tonale l’armatura di chiave contiene Eb e Bb, la tonalità è Bb. Nella armonia modale non mi interessa niente di tutto ciò perchè adopero il modo C Dorian.
Le sonorità bimodali, trimodali scaturiscono automaticamente dopo che si è saturato il primo livello che è l’esecuzione che utilizza un solo modo. Occorre però del tempo ed una maturazione psicologica ed un cammino interiore, bisogna pensare, elaborare più che esercitarsi a suonare arpeggi, scale ecc.
giungere a questi livelli c’è soltanto un metodo, praticare il monomodale fino alla saturazione , a quel punto l’uso di due e tre modi simultanei diventa automatico e si riesce a capire la differenza dalla scala cromatica che è una scala tecnica senza pretese armoniche. Anche se usando due modi in contemporanea in pratica abbiamo le stesse note della scala cromatica, ogni modo comunque conserva la sua individualità in termini di spelling, e la fusione dei due dà vita a qualcosa di nuovo , di poco definibile come il positivo ed il negativo nella conduzione elettrica che da soli non producono nulla ma uniti creano l’energia.
Link didattico per Etude bimodale:
http://www.youtube.com/watch?v=5qxZZvuhisY
Link didattico per Etude  monomodale: http://www.youtube.com/watch?v=0D_E0JV7R_s
Giuseppe Perna
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GIUSEPPE PERNA, pianista ed insegnante di Armonia Tonale e Modale, è un musicista che propone un modello di improvvisazione totale, che combina il classicismo e il jazz modale d‘avanguardia. La poetica musicale e melodica di Giuseppe Perna è per sua definizione “un tentativo di immersione in sé stessi, per essere in grado di toccare la bellezza” . Nell’arte di G.P. si coglie anche il suo scetticismo sulla società contemporanea, è la musica del fermarsi in tempo, materializzazione nel suono di un vuoto sorprendente, dove l’azione ritmica e melodica spesso è rallentata volutamente per indurre alla riflessione. L’improvvisazione modale libera dal prevedibile e spinge verso l’ignoto di una performance dove l’orchestrazione tipica proposta dalla modernità ufficiale si indebolisce per l’oscuramento dell’ elemento musicale di gravitazione tonale.