Tre compact disc per conoscere Anders Hillborg

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Liam Keane LA Philharmonic, https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/, no change was made
La generazione dei compositori attivi dopo gli anni ottanta ha dovuto necessariamente pagare un debito formativo alla nuova musica elettroacustica e alle espansioni moderne delle orchestre: si trattava di incominciare ad aprire quel ventaglio di possibilità che si delineavano all’orizzonte dopo le innovazioni di Stravinsky prima, e di Stockhausen, Cage e tutti i movimenti minimalistici dopo, nonchè quelle più recenti relative all’esplorazione acustica e spettrale dei suoni. In Svezia, l’esempio di Magnus Lindberg è stato in realtà ben seguito da molti compositori che hanno cercato di costruire una mediazione autentica attorno agli elementi della “contemporaneità”: tra questi un validissimo attore in tal senso è Anders Hillborg. La Bis ha recentemente pubblicato una sua nuova raccolta di composizioni e lo stesso ha partecipato con “Cold Heat” ai proms inglesi; nonostante molte sue composizioni siano sparse in produzioni discografiche non a suo specifico nome, una raccolta organica di composizioni che possono ben riferirsi a lui sono “Clang and fury” per la Phono Suecia, nella quale compaiono i suoi intelligenti esperimenti appartenenti alla partitura anni ottanta circa,  i tre concerti riuniti nel disco della Ondine R. e il recente “Eleven Gates” per la Bis R.
In “Clang and fury” si possono apprezzare il corale “Muoayiyaoum” (un esaltante incontro tra il Mantra di Stockhausen, la polifonia di Ligeti e il minimalismo di Glass e Part), “Clang and fury” (un intrigante e misterioso percorso armonico di circa ventisette minuti), e “Celestial Mechanics” (che dimostra come la spettralità francese e le ricerche all’IRCAM siano state punto di riferimento anche per i paesi scandinavi): in quest’ultima composizione l’ottava viene divisa in 98 partizioni!!, con strutture anche minimali e vicine a personali soluzioni acustiche che lasciano pensare alle possibili rielaborazioni prospettiche tra “armoniche” dei suoni e loro posizionamento all’interno di un’orchestra; “Lamento” (con clarinetto in evidenza) e “Haut-posaune” (per trombone in evidenza) mostrano la sua ricerca applicata allo strumento singolo.
La Ondine ha invece inciso i suoi concerti: questa forma piuttosto dimenticata nella contemporaneità, in Svezia è stata invece oggetto di un’intensa attività di riscoperta frutto di una direzione voluta dalle maestranze in favore di progetti che stimolassero nuove politiche culturali del paese: il “Clarinet Concerto” coniuga benissimo il virtuosismo dello strumento con una moderna impostazione dell’orchestra (su youtube troverete un trailer del concerto con gli intriganti mascheramenti del clarinettista Martin Frost), “Liquid Marble” potrebbe costituire nuovi e sconvolgenti punti d’arrivo delle teorie wagneriane; “Violin Concerto” tramautizza il normale concetto di rappresentazione perchè infonde un’intensità spaventosa alle dinamiche strumentali. Ciò che colpisce di Hillborg è quella capacità di guidare l’ascoltatore in un ipotetica “barca” immersa in acque misteriose, quelle densità orchestrali che costituiscono una sorta di viaggio in sospensione che durante il percorso acquisisce improvvisi guizzi strumentali che puntellano nuove sensazioni (caratterista non sempre ben espressa della musica contemporanea).
Questi pseudo-viaggi sonori “atmosferici” sono ancora il leit-motiv del nuovo volume della Bis Records, in cui vengono persi vecchi elementi (il minimalismo è un pò ridotto) ed acquisiti nuovi (più pressanti i fattori ritmici); il volume comprende “High tide” (un vero e proprio drone orchestrale che presenta la solita coniugazione tra risonanza acustica e strutture minimalistiche), “Exquisite corps” e “Dreaming River” (divise tra l’etereo e il dinamico con tanto di percussioni tribali), gli undici frammenti orchestrali di “Eleven Gate” (un avventuroso e dinamico racconto orchestrale in cui si avvertono echi che vanno dagli impasti di Wagner ai clusters di Stravinsky, passando per le evoluzioni in serie di Webern).
Anders Hillborg è uno dei grandi svedesi della musica contemporanea e la sua popolarità negli ambienti della musica classica è ormai acclarata dal grande rispetto che la comunità musicale nutre nei suoi confronti (vedi molte istituzioni della musica come le filarmoniche di Los Angeles e Berlino e Esa Pekka Salonen).
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.