In tutto il novecento i musicisti americani hanno visitato l’Europa per ampliare ed arrichire le proprie conoscenze che poi venivano comunque elaborate negli Stati Uniti; dal 1980 in poi le cose cambiarono poichè gli stanziamenti per le attività musicali sperimentali statunitensi cominciarono ad essere meno attraenti di quelle europee e questo spinse molti musicisti/compositori a far casa nell’Europa. E’ il caso dei compositori Anne La Berge e Ned McGowan, flautisti impegnatissimi nell’evoluzione dello strumento, che risiedono ad Amsterdam e che hanno raggiunto anche un grado di diffusione del proprio lavoro che fa ben sperare per la preparazione delle nuove generazioni.
Anne La Berge è una flautista particolarissima, che dopo un’iniziale carriera incentrata sulle potenzialità microtonali del flauto e delle sue relazioni con l’elettronica (basata anche su un’attività di improvvisazione live con sistemi di interazione) nonchè sulla potenza timbrica del flauto amplificato, da diversi anni ha ampliato la gamma espressiva introducendo nella composizione racconti parlati simili al parlato in stile L. Anderson, che intervallano la sua dissonante improvvisazione avanguardista. Può essere considerata come una delle compositrici/flautiste più preparate al mondo, sebbene esistano poche registrazioni per via anche del carattere elitario della proposta. C’è una lunga ma molto educativa intervista sul Paris Translantic Magazine sul web a questo indirizzo www.paristransatlantic.com/magazine/interviews/laberge.html, che ben la definisce; ma oggi abbiamo anche la pubblicazione di una raccolta dei suoi più recenti orientamenti “Speak” per la New Wordl R.: la La Berge sembra essere arrivata ad una sua formula compositiva definitiva che si rivela scioccante ma originale al tempo stesso; un tentativo di coniugare i respiri inquietanti del suo flauto d’avanguardia (non solo tonalità allargata, ma anche soffi estemporanei amplificati, colpi di bocca, etc.) con una elettronica di contorno di derivazione moderna generata da segnali o rumori di computer, e la capacità di sviluppare racconti con un talking anche a più voci, su argomenti teoricamente anonimi (la guida scomoda di un’autista nella neve, la debolezza dei cosiddetti afflitti dalla sindrome dell’affaticamento emotivo, le disquisizioni di un ricercatore sull’uranio, etc.) costruiti su basi fortememente alla ricerca di una propria caratteristica e dimensione musicale. Una forma d’arte particolare, discutibile forse, ma che risulta molto avanzata.
Così come a Ned McGowan va riconosciuta l’invenzione del flauto contrabbasso, un enorme flauto dalle tonalità gravi e di aver scritto la prima composizione orchestrale in cui questo regna sovrano: il “Bantammer Swing” del 2008. Una nuova prospettiva che si riscontra anche in altri strumenti a fiato (vedi il sax basso in miei precedenti posts) e che apre nuove potenzialità ed interrogativi sull’effetto futuristico prodotto.
Dischi consigliati:
Anne La Berge:-Blow, Frog Peak M, 1994/Speak, New W.R.2011
Ned McGowan:-Bantammer Swing, su Orchestra Underground, Playing it unsafe, 2009