Quando Debussy si affacciò nel panorama della musica colta, già parecchio era stato scritto in materia di piano e di sonata: il patrimonio musicale pianistico cominciava ad ingigantirsi con un repertorio che disponeva della splendida forma libera barocca con tanto di contrappunto, poi annoverava i capolavori di Scarlatti, conteneva gli stadi di virtù pianistica di Beethoven, l’apoteosi