Accusiamo ricevuta di altra morte artistica eccellente. Stavolta è il turno di Frederic Rzewski. Nemmeno qualche giorno fa lo ricordavo con Giancarlo Schiaffini, a proposito di quella splendida idea (rimasta incompiuta) di mandare musica contemporanea negli spazi pubblici, nei luoghi di attesa di aeroporti, stazioni ferroviarie, etc.
Rzewski è vissuto in un percorso ampio, che lo ha visto porta d’ingresso dell’improvvisazione elettroacustica, di un certo free jazz, della reinvenzione compositiva (che quasi tutti hanno conosciuto attraverso una produzione di peso al pianoforte), dell’istanza politica e dei diritti. Mi sono brevemente occupato di lui quando curavo per Naxos R. la rubrica dedicata ai compositori moderni della classica, scrivendo su un cd del pianista Robert Satterlee che eseguiva sue composizioni. (l’articolo gratuito lo trovi a questo link: https://www.percorsimusicali.eu/…/frederic-rzewski…/
Sono due righe non solo recensive, ma che offrono anche spunto per un’introduzione ai principali drivers musicali del suo percorso artistico, un percorso sui generis, libero e meritevole di essere preso come esempio.
The people united will never be defeated!