Nuovi talenti del jazz al femminile: Alexandra Grimal

0
580
Source Own work Author Franpi Barriaux, the Creative Commons Attribution 3.0 Unported license. No change was made

 

Si parla spesso di musicisti in possesso di una propria identità: eccone una, con una chiara personalità: la francese Alexandra Grimal, fresca sassofonista soprano e tenore, giunta alla sua terza incisione, costituisce un ottimo esempio di come i modelli del passato possano essere poi plasmati in base alla propria individualità e preparazione musicale.

Il suo esordio discografico “Shape” (Marge, 2009) in un trio atipico composto da organo (Rayon) e percussioni (Scarpa), l’ha proiettata, dopo anni di studi musicali classici, nel giro degli artisti che contano: registrato al Sunset di Parigi, “Shape” non ci introduce nel solito mondo dei musicisti “free jazz”, il suo è un free particolarissimo che si nutre evidentemente della sua personalità, in alcuni momenti è frizzante, in altre il suo sax si immerge in suoni delicati, sussurati, tappezzati di mistero e riflessione, in una sorta di trance “coltraniana”, con i suoi comprimari che le mettono a disposizione un tappeto musicale di sfondo perfetto per le sue escursioni. “Seminare Vento” (Freelance, 2010) riduce un po’ la componente sperimentale e aumenta quella “mainstream” in un album che la vede con un quartetto con le stesse caratteristiche del disco precedente, in cui positivi sono i contributi del pianista Di Domenico (con un accento pianistico di estrazione classica) e del batterista Joao Lobo (molto vicino al percussionismo da “ricamo” di Motian).
In “Owls talk” (Marge, 2010), al contrario di quello pensavo, la sezione ritmica è ancora meno invadente di “Seminare Vento” e il cd si basa su brevi quadretti musicali liberi dove Lee Konitz interviene con molta discrezione e contrappone il suo sax morbido, positivo e “cool” a quello moderno, introspettivo di Alexandra.

 

Articolo precedenteLe scuole italiane dopo il barocco musicale
Articolo successivoThe jazz artistry of Bill Dixon
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.