Nonono Percussion Ensemble: Excantatious

0
543
photo Diane Cordell, Cimaruta 8/29/10 - CC 2.0 Generic, no change was made

A proposito del pensiero magico, Lucien Lévy-Bruhl insinuò una logica di partecipazione completamente opposta a quella del rilievo delle identità personali tipica dei razionalisti, dando spazio ad una tesi in cui la mentalità primitiva non aveva argini, non aveva bisogno di trovare le ragioni di fatti o fenomeni soprannaturali o legati a credenze: per il filosofo ed antropologo francese, i primitivi che compiono riti o credono in simboliche affinità su oggetti o eventi, non sono gente debole di mente o intellettualmente scadente, ma al contrario persone che agiscono in un mondo che non combacia con quello razionale, quello di cui la civiltà ha sperimentato pregi e difetti. Al contrario dei poeti e metafisici che restituiscono un mondo ideale ma oggettivabile nell’immaginazione, i primitivi hanno una capacità prelogica che si manifesta in maniera immediata, un’intuizione o un’apprensione istantanea che è in grado di creare dei legami simbolici con oggetti o fenomeni ritenuti degni di una forza mistica. Non “vedono” il dopo, “vedono” il presente.

E’ evidente che sul rilievo di Lévy-Bruhl si può fondare una tipologia di società, qualcosa che trascende le diversità e pone gli uomini sullo stesso piano, persone partecipi di un’esperienza: è dunque un modello che potrebbe essere ben applicato ad un certo settore dell’arte, soprattutto quella che realizza una comunità di intenti senza sovrapposizioni e con una paritetica libertà d’azione. Il mondo dell’improvvisazione libera mi sembra un candidato ideale per creare questo tipo di connessioni con la musica e le percussioni possono intercettare una delle migliori situazioni espressive a patto che si possano cogliere anche gli sviluppi recenti dei cambiamenti delle comunità.
Il trio percussivo formatosi per l’occasione del festival 2019 di Angelica e composto da Gino Robair, Cristiano Calcagnile e Stefano Giust sotto la denominazione Nonono Percussion Ensemble, si proietta su una particolare posizione in merito alla magia, al rito e alle disposizioni dell’antichità, quella delle cimarute, degli amuleti e degli effetti apotropaici: nella sessione bolognese che ha dato origine ad un corrispondente CD, i tre percussionisti individuano una forma trasformativa dei loro strumenti che si materializza attraverso una sensibilità strumentale particolare, quella che vuole ottenere “intuizioni” o “apprensioni” senza doversi preoccupare di canoni prestabiliti e che potrebbero teoricamente riprodurre degli scenari retorici; la sensibilità dei tre percussionisti non si fonda solo sul potere riconosciuto dei sets percussivi ma su un allargamento degli orizzonti elettroacustici che non devono dare l’impressione di trovarsi di fronte al solito repêchage funzionale del rito o dello scaramantico. La via per interpretare correttamente Excantatious non è quella di pensare alle fasi di un cerimoniale con suoni correlati a questo tipo di equazione umorale, quanto di effettuare una ricognizione benefica, un coacervo di percezioni ed istinti del momento che possa svegliare meccanismi di difesa positivi: in Sette Cimarute c’è una forma implicita creata dalle percussioni, qualcosa che si compone di fischi, ronzii, espansioni/ridimensionamenti poliritmici, soundscapes non definiti, amorfi e strani che aprono ad un’informe ricostruzione del primitivismo; in Excantesimi suoni ed effetti elettroacustici spaziano nell’inclassificabile e in una moderna rappresentazione di sensi, dal rotolamento alla sinossi di una sommessa disapprovazione, lasciando a terra l’idea di una iconoclastica ricerca dei rituali o delle streghe; è materia dei nostri tempi quella che emerge dai 19 minuti di Rowan and red thread o nei 10 di Bresebu, momenti in cui si reclama forse una levata di scudi della storia o la soluzione di un’enigma.

Ognuno dei tre musicisti porta autonomamente la sua traccia all’interno della musica: Robair si serve di alcuni accorgimenti elettronici (piccole granulazioni, decostruzioni che simulano astrusità piuttosto ricorrenti nell’elettroacustica improvvisativa) e soprattutto inserisce qua e là pezzi scomposti di piano preparato; Calcagnile rileva estensioni su una drumtable guitar e su fogli metallici elettrificati, mentre Giust è un eccellente stantuffo poliritmico arricchito di stimoli sonori estensivi ai piatti (sibili, colpi ad intensità divergente, gestione delle pause, etc.).
In Excantatious tutto si svolge nello stesso momento, le connessioni viaggiano di pari passo con le intuizioni e non c’è nemmeno bisogno di averli di fronte per rendersi conto di un’organizzazione prelogica della musica: basta ascoltarla la musica e cercare di individuare un linguaggio “protettivo”, dove stregoni e superstizioni sono congelati in un potere positivo, naturale, del tutto aperto alla condivisione. Senza scandalo.

In tal modo si arriva ai risultati prospettati nelle note da Gino Robair:
“…to my ears, the music on this record has a positive, ritualistic quality, so the titles were chosen around the concept of “freeing by enchantment” and reverse magic as to release oneself from a spell. Excantatious, based on the word excantation, means to be actively freeing oneself by enchantment. The track titles reference historical ways of reversing bad magic. For example, Sheela-Na-Gig is a type of figurative carving of a woman showing her vulva and is found on religious buildings in Ireland/England, whereas Apotropaia is a form of magic that turns away harm and Anasyrma refers to a way of warding off evil by flashing your genitals…”.

Articolo precedenteL’improvvisazione libera sul Barocco
Articolo successivoLe maschere di Marina Notaro
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.