Il musicista Marco Colonna e un nucleo di artisti operanti su Roma lanciano una bella iniziativa musicale e culturale attraverso la presentazione delle attività della New Ethic Society. Si tratta di un gruppo che adopererà i linguaggi dell’arte contemporanea, della video art e della musica improvvisata per produrre in maniera indipendente nuovi lavori musicali, letterari e interdisciplinari, utilizzando le piattaforme che al momento risultano disponibili per documentare gratuitamente la propria attività (bandcamp, mixcloud, wordpress sites, canale telegram associato allo spazio Ibidem Aps).
Oltre a Colonna, il gruppo trova appoggio negli artisti Mario e Giulia Cianca, Cristian Lombardi, Giorgio Tebaldi e Luca Corrado, con un altro gruppo di musicisti e artisti satellite che interverranno nelle definizioni della società (sono Renato Ferreira, Fabrizio Spera, Luca Venitucci, Ambra Chiara Michelangeli, Giulio Tosti, Susanna Barsotti, Ermanno Baron, Giancarlo Schiaffini, Ana Thomas, Matias Guerra, Sandra Scurani, Luca D’Agostino, etc.).
Sono disponibili già alcuni video e alcuni lavori musicali contrassegnati con una numerazione progressiva: il NES 001 è un ritratto dedicato a Mingus, il NES 002 è un incontro tra Colonna e Francesco Cigana, il NES 003 vira verso Thomas Sankara e al Burkina Faso. Inutile ricordare che sotto questo progetto ci sono istinti politici e umanitari.
Nello spazio citato per le attività che passano attraverso l’Ibidem Aps è presente già una minima programmazione degli eventi di Marzo (leggi la locandina di fianco).
Il manifesto del NES si fonda su uno spirito libero e rivoluzionario da imprimere all’arte (il termine rivoluzionario va parametrato alla centralità degli argomenti musicali che inondano l’ascolto): “…costruire un villaggio. La materia principale per costruire un villaggio non è il fango o la pietra, la roccia o il legno, ma lo spirito che crea le relazioni fra i suoi singoli abitanti…“.
Oggi la funzione etica nell’arte è quanto mai esigenza sentita e sarebbe necessario un nuovo codice di relazioni in grado di staccarsi dalla normalità degli atteggiamenti che l’arte più ambita sta producendo oramai in maniera inconscia. L’arte vera sta subendo gli stessi soprusi sopportati dalle economie, dalla mancanza dei diritti e delle competenze, è mercificata o grossolana, e perciò è bene accogliere queste iniziative perché sono invito per un ripristino di una logica moderna della creatività.