Filippo Abrate e la Musica Sacra Contemporanea

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foto Guido Brun

Nel ruolo che un musicista può avere nella società odierna gioca molto la volontà di disallinearsi e di trovare metodi alternativi a quelli standard della comunità. Sono soprattutto i giovani a chiedersi quali siano gli atteggiamenti giusti nel loro ambito e cosa bisogna fare per seguire quanto più possibile un percorso differenziato e virtuoso.
Per il percussionista Filippo Maria Abrate (1996) sembra che ci siano tutte le condizioni per verificare quanto appena affermato. Abrate è di Ivrea, una città direi feconda per le percussioni da Massimo Barbiero in poi, ha creato il MUPE (non solo un’etichetta discografica ma anche il contenitore di un pool di musicisti con idee similari sulla musica), è l’intestatario di diversi progetti e residenze artistiche che promuovono una nuova creatività della musica improvvisata. Del collettivo MUPE vi ho già parlato su queste pagine (leggi qui), ora è il caso di soffermarci sul solo di Abrate pubblicato qualche mese e dal titolo emblematico Musica Sacra Contemporanea. E’ utile richiamare la genesi di questo lavoro

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.