Alexander Schubert: Terminal Infinity

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foto radialsystem

Nel programma multidisciplinare della Biennale 2025 della filarmonica di Berlino, quest’anno incentrato sull’argomento della natura e le minacce che su di essa incombono, una commissione interessante sarà la prima mondiale di Terminal Infinity, un’installazione audiovisiva, performativa e immersiva, affidata per la parte musicale al compositore Alexander Schubert e per quella coreografica a Colette Sadler. Terminal Infinity sarà eseguita il 23 febbraio al Radialsystem di Berlino (un ex impianto di pompaggio magnificamente adibito a centro culturale) ed è frutto di una coproduzione tra la filarmonica berlinese, l’ente culturale Bureau Ritter che ha fondato e sostiene le iniziative di danza dell’ensemble Dance On, la compagnia di danza giovanile Sasha Waltz & Guests e la  Hochschule für Musik und Theater di Amburgo. Questo spettacolo si inserisce nel recente corso di Schubert, sempre più integrato nella tecnologia e nella ricerca dei confini estremi di ciò che di regola viene inteso come installazione o performance.
La nota di accompagnamento di Terminal Infinity recita così:
“Utilizzando musica, danza e luci, [T.I.] affronta la transizione dell’umanità in un mondo sempre più tecnologico e riflette sugli effetti del progresso tecnologico sul nostro ambiente e sulla nostra identità” (mia trad. dal tedesco).
L’opera coinvolge alcuni elementi della Berliner Philharmoniker e della Karajan-Akademie, con una poliedrica e studiata composizione di luci, scenografia, proiezioni tridimensionali e costumi. Schubert ha preventivamente caricato un trailer su un post della sua pagina Facebook (vedi qui), in cui si intravedono strane invenzioni virtuali tra le quali una specie di otto rovesciato a metà i cui contorni sono pesantemente forniti di cavi, microprocessori, schede e collegamenti dinamici: Schubert intima che ‘the death is coming’ perché la finzione si basa su un ‘terminale’ dell’umanità, un istituto futuristico per metà tempio e metà laboratorio in cui gli esseri umani si rivolgono per donare il proprio corpo dopo la morte ed essere ‘incarnati’ digitalmente. Gli umani diventano materiale per l’elaborazione tecnologica e tutta l’opera si articola come in una sorta di viaggio mistico dove musicisti, ballerini e pubblico condividono un momento di riflessione e trasformazione, alla stregua di uno stranissimo ed impensabile rituale denso di aspetti transumani. Schubert avverte che ci saranno flash rapidi di luce ma non sarà utilizzata la luce stroboscopica.

Per i fortunati che riusciranno a trovare ancora un biglietto al Radialsystem di Berlino! (qui).

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He studied music, he wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.