Katrin Zenz is enamored of the pragmatism of sounds. She teaches and plays flute in Greece and after many experiences with the Greek classical tradition and the Wandelweiser group she realized that it was time to capture her passion for the composer John Cage.
“Complete works for flute – Vol. 1” is the first complete collection of Cage’s pieces for flute and features one of the most fascinating sides of the American composer, i.e. the spiritual and meditative side: chance, microtonality, strange musical notations and silences are the natural elements showing the beauty and uniqueness of the Cage’s work , in which he sets a path-guide and the listeners follow him with their limits and their tensions. The innocent structures of Zenz, without excesses, allow us to discover one of the most interesting discographic operations ever made by Naxos.
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Katrin Zenz è una flautista di Donaueschingen che ha deciso di andare a lavorare in Grecia per esplorare la ricchezza e la pragmaticità della composizione greca per lo strumento. Di queste sue velleità artistiche, peraltro, abbiamo già ricevuto dimostrazione in un eclettico cd intitolato “Greek flute music of the 20th and 21st centuries”, in cui modalità di altri tempi, rigore storico, atonalità e tecniche moderne convivevano benissimo. La naturale propensione della flautista verso territori suadenti e riflessivi era anche il risultato di una passione e formazione rivolta verso le teorie di John Cage: non è quindi un caso se la stessa è entrata a far parte nel giro dei musicisti e compositori della Edition Wandelweiser, suonando nel pool greco creato dalle composizioni di Anastasis Filippakopoulos; tuttavia mancava ancora un aggancio diretto al maestro americano. L’idea di raccogliere due volumi comprensivi della produzione al flauto di Cage è quindi diretta conseguenza della riconoscenza stilistica della flautista nei confronti del compositore americano ed in particolare di quella parte più meditativa che egli mostrava.
“Complete works for flute – vol. 1” raccoglie 4 composizioni di Cage pensate in duo, che pescano nella particolare malleabilità della sua scrittura, in cui qualcosa è partitura ordinaria, qualcosa non lo è; come sapranno gli amanti del compositore americano, spesso ci si trovava di fronte ad una organizzazione strutturale della partitura che prevedeva solo generici riferimenti per l’esecutore; poche note, di cui si fissano solo fasce temporali nell’esecuzione, tanta spiritualità recondita, ed un valore alle stelle dato alla meditazione come frutto del discernere della progettualità musicale. In questa raccolta vergine concepita per lo strumento del flauto, la Zenz inserisce “Ryoanjii”, il celebre componimento del 1984, costruito sulla chance delle rocce del giardino buddhista di Kyoto in una versione per flauto, percussione e tape; “Two“, disposizione presa dalle “number series” del compositore americano per flauto e piano del 1987; la prima composizione per flauto di Cage scritta nel 1935 come duetto di flauti, “Three pieces for flute duet“, e una versione immacolata di 28 minuti di “Music for two” (flauto e piano scritto a metà ottanta). L’approccio della Zenz scava quella lunghezza di territori in bilico tra il dialogo terreno e il misticismo aperti dalla prospettiva di Cage: si tratta di suoni lunghi, microtonali o di brevi fraseggi sospesi nel tempo (qui si trova un punto di convergenza con la teoria temporale di Feldman), che rispondono alla finalità indicata dall’artista nelle note interne: “….the beauty and expressiveness of Cage’s music lies in intimate situations, serving a specific spiritual purpose, which should “sober and quiet the mind thus rendering it susceptible to divine influences, as Cage says himself….”.
Penso che la Zenz fosse la persona giusta per raccogliere questa eredità variabile del flauto di Cage in tutta la sua interezza: la variabilità di cui si parla e che si presta magnificamente ad un ascolto completamente cooptato nelle sue caratteristiche dimensionali, deriva dall’impossibilità di creare perfomances standardizzate; la bellezza e l’unicità di Complete works for flute sta proprio nell’indicazione di un percorso in cui l’idea guida ma ognuno ci si proietta dentro con i propri limiti e tensioni, ed in attesa del completamento dell’opera attraverso il secondo volume, il mio consiglio è di prestare attenzione alle innocenti strutture della Zenz, scevre da qualunque virtuosismo e gonfie di moderna espressione, che lavorano a favore di una delle più interessanti operazioni discografiche di sempre fatte dalla Naxos.