“Die Geisterinsel” is based on one of the last works of Shakespeare and tells the story of Prospero, exiled to a Mediterranean island, which uses all his powers to make fall in love his daughter Miranda with the Prince of Naples, Ferdinand.
With the Staatsoper Stuttgart, who also commissioned this rework, Ming Tsao demolishes the cheerful atmosphere that permeated the work of Zumsteeg, to focus on the magic events of the protagonists. He provide fuel to the mysterious and fluid musical reality and, in this way, he promotes the integration with text. The result is a sort of Pagan cahoots. Tsao makes a considerable effort to fix the relations with the literary language, but unexpectedly he hits the target with the music that recalls marine legends (with sounds obtained from stones and other musical effects) and Swift’s adventures without satirical part. A renewed way of entering in the contemporary opera.
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A breve distanza dal suo primo profilo discografico pubblicato dalla Mode (vedi qui), la Kairos pubblica per conto di Ming Tsao, la chamber opera “Die Geisterinsel”, un rifacimento musicale moderno basato sul testo di Shakespeare “The tempest”, così come parzialmente modificato nella versione del librettista William Friedrich Gotter che affiancava le musiche di Johann Rudolf Zumsteeg, compositore contemporaneo di Mozart, che ha provveduto a rinverdire i fasti della commedia a fine settecento.
“Die Geisterinsel” (che tradotto in italiano sta come L’isola fantasma), è una degli ultimi lavori di Shakespeare e racconta le vicende di Prospero, esiliato in una non precisa isola del Mediterraneo, che usa tutti i suoi poteri per fare innamorare sua figlia Miranda con il principe di Napoli, Ferdinando. Ming Tsao fa un gran lavoro di raccordo tra la commedia scritta da Sheakespeare e la versione aggiornata di Gotter, che risente del diverso periodo storico in cui venne proposta. A prescindere dai logici riferimenti a Goethe, che rappresentava il perno centrale della letteratura di quei giorni nel mondo tedesco, Tsao vuole mettere in evidenza il potere delle parole nella loro essenzialità poetica. Per fare questo deve necessariamente rivolgersi alle tecniche del novecento, quelle che partendo dal linguaggio operistico di Schoenberg conducono al teatro contemporaneo più incline alla descrizione cinematografica. Con dovizia di particolari il cd presenta l’opera con il suo libretto e tante riflessioni, nonché vengono fornite molte informazioni sulle modalità con cui Tsao ha voluto riproporre questa nuova versione in cui è particolarmente attraente l’evidenza fornita da alcune similitudini tra il linguaggio scritto dell’inglese del 1610 e quello di Gotter del periodo classicista, in specie le elisioni che Tsao dichiara di trovare anche nella tarda produzione musicale di Beethoven e che sono un motivo di caratterizzazione interdisciplinare.
C’è da dire che solo recentemente è stata registrata una versione ufficiale di “Die Geisterinsel” grazie alla Carus R., lavoro in tre atti con il Kammerchor e l’Hofkapelle di Stoccarda, che risente chiaramente dell’opera mozartiana: Zumsteeg miscelò opera buffa e opera seria, introducendo arie e mini ouvertures accanto al recitativo. Di tutt’altra pasta è quella di Tsao, poiché riafferma uno dei principi della sua composizione: impegnato com’è sul versante della sintassi musicale, il cinese americano preferisce evitare qualsiasi patologia, impegnandosi a delineare una semplicità del linguaggio che smussasse gli eccessi poetici e ritmici del testo di Shakespeare e dall’altra la retorica musicale di Zumsteeg.
Con la Staatsoper di Stoccarda che l’ha commissionato, Tsao demolisce il clima allegro che permeava l’opera di Zumsteeg per concentrarsi sulle vicende “magiche” dei protagonisti e fornire carburante alla realtà musicale che si libra misteriosa e fluida, favorendo per questa via l’integrazione con il testo. Ne deriva una sorta di combutta pagana, in cui però tale visione è il frutto della mancanza delle immagini a supporto e dello scontro dei tempi; Tsao, nonostante compia uno sforzo notevole per sistemare il linguaggio, centra il bersaglio maggiormente con la musica che richiama inaspettatamente le leggende marine (con suoni ottenuti da pietre ed altri effetti) e le avventure di Swift senza parte satirica. Un rinnovato modo di addentrarsi nell’opera contemporanea.