Consapevolezza e bagliore

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Nel jazz è impossibile non fare osservazioni sulla maturità degli artisti: è un bagaglio, inglobato nel tempo dall’esperienza, che fa le differenze.
Il percorso sensorio effettuato da Gianni Mimmo assieme alla violinista Alison Blunt in “Lasting Ephemerals” si svolge nella cornice della chiesa di S. Leonard, Shoreditch, a Londra, un posto di cui vi ho già parlato a proposito di una registrazione di Francois Carrier: è sicuramente un luogo speciale per vari motivi, ma musicalmente quello più interessante è l’acustica che premia le pause e le risonanze dei musicisti. In “Lasting Ephemerals” i due musicisti ricorrono alla loro minuziosa preparazione di improvvisatori che si riflette sulla natura evolutiva dei suoni, trasmettendo percezioni pienamente risolte attraverso l’ingaggio dualistico. Per Gianni, questa innata capacità espressiva al soprano, non è certo una novità, ma in questo Lp a tiratura limitata fatto di lunghe tracce, forse mai come prima si avverte un fare prezioso, art music con notevole capacità narrativa. Specie nella title track potreste seguire storie letterarie: a me ha fatto venire in mente le vicende di Dorian Gray, sia per le surrogate atmosfere notturne dei rientri in casa, sia per le sorprese (puntellate da una intensità crescente degli strumenti) degli avvenimenti nell’abitazione. Una collaborazione di alto livello e, certamente, uno dei lavori più riusciti del sassofonista italiano di tutta la sua carriera.
La Amirani Records di Mimmo ha anche pubblicato i nuovi lavori di Luca Segala e Stefano Luigi Mangia.
Il cd del sassofonista Luca Segala, intitolato “Cloudriding“, vede la compresenza di Paolo Botti alla viola, Riccardo Bianchi alla chitarra elettrica, Ferdinando Faraò alla batteria e The Mangialaso Rantzer al cb. Si tratta di un buon lavoro, con un impianto free bop di base ed una ferrea volontà di usare l’improvvisazione per liberare il potenziale nascosto nella natura percettiva dei suoni (così come sottolineato nelle note interne); ma in verità il jazz di Segala è molto più fruibile di quello che si pensa, con improvvisazioni ben congegnate, in cui il punto centrale è quello di trovare una convergenza consapevole dei suoni non necessariamente ascrivibili alla libera improvvisazione più accesa: non essendo estranei al bagaglio artistico dei partecipanti, si scoprono istinti newyorchesi dei settanta (con una prevalenza del Zorn delle operazioni meno sperimentali, più godibili ed esotiche), richiami alle orchestre post-bop e a Mingus, cameralità ed un approccio che cerca le sue carti vincenti non solo negli uomini e nell’improvvisazione corale, ma anche nei temi melodici.
Stefano Luigi Mangia invece omaggia il John Cage della produzione vocale, con “John Cage CagExperience“, in cui figurano alcuni brani del compositore americano dediti a quel settore. Si tratta di riproposizioni storiche e di altre meno note (un paio di brani tratti dal Songbook di Cage), tutte impostate sulla singola voce di Mangia e, laddove previsto, sugli effetti di elettronica di Gianni Lenoci.
L'”Aria” di Cage del 1958 (qui eseguita solo con l’apporto della propria voce) è una composizione notissima e molto battuta dai cantanti contemporanei: ha una storia particolare, direi anche avvincente, ed è stata eseguita per Cathy Berberian, in occasione della permanenza a Roma di Cage. Il compositore americano non aveva nessuna voglia di scrivere un pezzo convenzionale e invece pensava alle qualità della Berberian in funzione di quello che voleva raggiungere: si può certo affermare che un pezzo di storia della vocalità contemporanea è partito anche da questa Aria, in cui il canto non aveva più lo stesso significato. Mangia, in possesso di una splendida caratterizzazione del proprio impianto vocale, nè dà una versione nobilissima, così come è un piacere riascoltare la Experiences n. 2, per solo voice del 1948, scritta per le danze di Merce Cunningham.

 

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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.