Marco Blaauw e la double bell trumpet

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La necessità di creare un timbro “misto” non sembrava essere la regola di sviluppo da seguire per la tromba nella musica: nè gli improvvisatori, nè tanto meno i compositori hanno mai sentito l’esigenza di implementare lo strumento, quello che il trombettista Marco Blaauw ha chiamato tromba a doppia campana (double bell trumpet); la fissità del suono della tromba, almeno fino alla fine del secolo scorso, era la risultante di una scelta ben precisa ed ideologica: la domanda che ci si poneva era a cosa servisse imbastire due trombe in una (di solito una tromba ed un corno), se separatamente funzionavano benissimo. Uno dei primi jazzmen ad usare la combinazione fu Bobby Shew (vedi qui), uno splendido interprete storico  della tromba, dalle bands di Herman, passando per Ferguson, fino ad arrivare alle aggregazioni di Akiyoshi e Tabakin: le sue esibizioni, che si materializzarono anche in una propria band, furono nettamente trascurate.
Blaauw, con molta dedizione e staccandosi dal generale concetto imperante, decise nel 1998 che l’ampliamento fisico della tromba dovesse avere un seguito (1): musicista di formazione contemporanea, conosciuto negli ambienti classici per essere uno degli elementi fondamentali dell’Ensemble MusikFabrik, Blaauw si è fatto assistere da un costruttore tedesco di Duren, Dieter Gartner, che gliene ha fornita una personalizzata, composta da una campana tradizionale in silver e da un’altra color blu munita spesso di sordina all’uscita. Blaauw, inoltre, ha sollecitato molti compositori a scrivere musica per questo tipo di strumento e i nomi importanti non sono certo mancati: Peter Eotvos (“Snatches of conversation” può considerarsi probabilmente come la prima composizione dedicata e pensata per la double bell trumpet), Rebecca Saunders, Isabel Mundry, Agata Zubel, Martijn Padding, Valerio Sannicandro, ecc.; inoltre, non si è fermato ad un mero sperimentalismo di suoni e colorazioni, ma ha cercato di rendere più evidenti le sfumature del suono, soprattutto creando un blend timbrico senza le rigide separazioni degli utilizzatori. Per fare questo ha dovuto migliorare le tecniche di impostazione, nonchè prendere in considerazione possibili legami con l’elettronica. (2)
Il recente “Angels” sottotitolato come “..a number of extremely varied compositions for trumpet …” raccoglie una serie di composizioni in cui Blaauw mostra le varie anime della tromba immersa in quella realtà sonora che più gli sta a cuore e che non è per niente distante dai gusti di un pubblico non edotto: non c’è solo la double bell in dominio, ma anche esercizi di timbrica spaziale profusi in combinazione (le quattro diverse trombe della composizione di Ayres “No. 37C – Sjonne Kurzak” o la bellissima “Pianissimo” per 4 trombe e sordine), gli arrangiamenti di Blaauw su temi di Haas “Einklang Freier Wesen” per 10 strumenti o di Jimmy Rowles (il famoso brano “The Peacocks”, portato al successo nell’ambito jazz nella versione di Bill Evans), nonchè l’high point probabile del cd, fornito dalla sua composizione “Deathangel“, una multitraccia registrata assemblando la double bell con effetti di elettronica, soffi di conchiglia e corno di pastore, risonanze di piano e la voce di suo padre.
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Note:

(1) come è noto, nel campo classico la tromba, dopo la scoperta delle sue qualità concertistiche nel periodo barocco (Telemann, Vivaldi e pochi altri) venne poco sviluppata nel periodo classico (Haydn, Hummel e il perduto concerto di Mozart); bisogna arrivare alla rottura post-bellica per cominciare a trovare repertorio consistente tra coloro che ne riservano specifico trattamento: Cardew (Three rhytmic pieces for trumpet and piano, 1955-64), Scelsi (Four pieces, 1956) Wolpe (Pieces for trumpet and 7 instruments 1970), Kagel (Morceau de concours 1968-72), Stockhausen (In Freundschaft for solo 4-valve E-flat trumpet 1977), Berio (Sequenza X for trumpet 1984).
(2) Blaauw ha registrato nel 2011 per la Wergo un cd sottovalutato, dedicato ai rapporti con l’elettronica moderna: “Blue Dog” contiene composizioni di Kyriakides, Di Scipio, Koenders e Drumm ed è una delle testimonianze più avanzate e concrete degli sviluppi contemporanei della tromba.
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.