Selections from Pan y rosas discos

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Nella costante proposizione di nuovi musicisti rientranti in un range che va dal free jazz alla sperimentazione più spinta, la Panyrosas Rec. dimostra di non perdere un colpo e si pone, penso, ormai, come una netlabel di lusso, che potrebbe già affrontare il mercato con le regole che governano una piccola etichetta discografica. Vi segnalo almeno 3 raccolte che sono sicuramente superiori alla media standard delle produzioni discografiche.
ANDRES ELSTEIN TRIO – La Caja-
Recentemente il jazz argentino sta proponendo una propria scena jazzistica localizzata a Buenos Aires: nel trio organizzato dal batterista Andrès Elstein, vi suonano anche la sassofonista tenore Ada Rave e il pianista Nicolas Chientaroli. “La caja” è un disco di free jazz che spiazza positivamente, non tanto, per l’accondiscendenza ai generi jazzistici a cui ormai ci siamo abituati e conosciamo storicamente, quanto per il livello strumentale e creativo dei musicisti che vi partecipano. Su sfondi intelaiati su tipiche evoluzioni boppistiche particolarmente effervescenti (qui mi sembra che il riferimento vada a Coleman Hawkins), l’improvvisazione prende le sue strade facendo parecchie sortite nel free jazz di Coleman, ma i tre fanno di tutto per evitare clonazioni di sorta. Elstein dimostra già una maturità estrema dosando i suoi interventi morbidi e al servizio di Chientaroli, che mischia il suo originale stile pianistico accordale, e del lirismo della Rave, vero talento del sax tenore, capace di prendere quelle tangenziali creative che attraverso il dominio dello strumento sono atto necessario per farlo diventare l’espressione dell’intimo del musicista. Il sintetizzatore che dispensa suoni informatici nella title track (Serigo Fuster), segna le corrispondenze a cui tutto il trio si adegua avvicinando l’improvvisazione libera, un’ulteriore e positiva sorpresa che probabilmente sarà il prossimo progetto empatico del gruppo.

 

FRANCOIS COUTURE – Derriére-
Di tutt’altra parrocchia stilistica è “Derriére”, composizione del musicista, critico musicale e conduttore del blog Monsieur Delire, Francois Couture. Francois è uno dei maggiori conoscitori di musica di sempre, con un’ampia specializzazione nel settore dell’elettroacustica e della musica sperimentale: è in questo settore che Couture vuol dire la sua anche come musicista. “Derriére” è una lunga suite costruita interamente sul feedback e sul suo controllo: senza utilizzare gli aiuti automatici dei sintetizzatori, Francois lavora direttamente sulle entrate ed uscite del suono maneggiando i jacks a sua disposizione sul desk del mixer per stabilirne grandezze ed intensità: ne viene fuori un suono talvolta sibilare, talvolta totalmente distorto, che viene modellato secondo l’inventiva di Couture. Sebbene di musica con presenza di feedback se ne sia sentita molto (si va dall’Hendrix fino ai nuovi rumoristi post-novanta), l’atto musicale coraggioso di “Derrière” colpisce per le sue proporzioni e per la sua quantità. Non è semplice istruire 39 minuti di distorsione senza offendere le orecchie con suoni di quel genere: ma qui il concetto è quello di creare una sinfonia definitiva di suoni in feedback, come in una composizione dedicata all’uopo. Allora si scoprono delle variabilità che sono di gradimento alla coscienza dell’udito, tensioni ed esplosioni che realizzano circostanze a cui non abbiamo mai fatto caso. Francois rientra in quella categoria di sperimentatori che si sta dedicando alla evangelizzazione di questo tipo di suoni abrasivi e certamente allo stato attuale ne propone una delle versioni più interessanti.

 

GRYKES – Sixspot burnet-
L’elettronica da synth modulare e i campionamenti di suoni su base pre-registrate e processati, sono invece la base della lunga suite “Sixspot burnet” del duo Grykes composto da Shawn Decker e Mark Booth. In una perfomance svoltasi a Chicago il 13 ottobre scorso, i due costruiscono una vasta scultura di suoni, perfettamente calibrata ed armonica, ricca di vari effetti che richiamano possibili formazioni di immagini subliminali. “Sixspot burnet” evoca sensazioni oblique perfettamente inserite in quello che potrebbe essere un viaggio nella memoria, dove il ronzio (che teoricamente dovrebbe evocare il volo di un lepidottero europeo, lo zygaena filipendulae) simula scenari ambient o passeggiate psycho-cosmiche. Un’operazione che tenta di delineare le sensazioni uditive di un animale a contatto con la maestosità dell’ambiente circostante. Uno scambio riuscito tra tecnologia della percezione e strumenti musicali. 
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Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.