Nonostante non abbia nulla da eccepire ad altri paesi, della musica contemporanea svizzera non se ne parla molto sulle riviste specializzate quasi come in un isolamento internazionale ottenuto nel ricordo storico, che replica l’imparzialità e la neutralità della regione. Sebbene non se ne capisca il motivo (forse la mancanza di una mente illuminata?), la Svizzera in verità è da tempo che è attiva sul piano creativo ed organizzativo attraverso l’opera di maestranze più consapevoli delle nostre, con compositori di gran spessore e musicisti che hanno già guadagnato il consenso illimitato anche al di fuori del loro paese.
La più importante label svizzera, la Musiques Suisses, ha ormai un catalogo ben nutrito di titoli e artisti che spazia persino nelle leccornie tradizionali: in particolare una sua dipendenza, la Grammont Selection, specializzata nella contemporanea, presenta da tempo profili musicali raccolti in cd intestati a singoli compositori (una sorta di Meet the composer nordica in terra svizzera) con cui documentare la messe di artisti e avere un’idea precisa del livello raggiunto da questi ultimi.
“……Huit oeuvres des trois régions linguistiques d’esthétiques diverses, des interprètes mondialement connus ou de jeunes musiciens ambitieux, telles sont les caractéristiques de la sixième édition de la Sélection Grammont, collection de CD inaugurée en 2007….“.
Quest’esposizione che si trova nelle iniziali note di copertina della Sélection n. 6, mi dà l’occasione per introdurvi al mondo classico moderno svizzero: da sei anni, la label organizza un documento sonoro di audizioni per lo più in prémiere mondiale, in cui una commissione composta da autorità particolarmente interessate alla promozione del genere come l’Association suisse des musiciens, la Pro Helvetia, SUISA, la Fondation SUISA pour la musique, la Société suisse de radiodiffusion et télévision e il Pourcent culturel Migros, sceglie le proposte compositive dell’anno che ritiene più rappresentative. In effetti quella della commissione è una novità di quest’anno poichè finora la scelta veniva semplicemente delegata ad un commissario unico; è inutile dirvi che queste raccolte sono ben organizzate e spesso contengono composizioni di gran pregio; d’altronde in questo blog sto cercando in tutti i modi di far emergere questo arsenale di bellezza e di cultura che la società musicale odierna ha sotterrato con la scusa di una intellegibilità della proposta.
Nella selezione doppia del n. 6 avrete modo di ascoltare compositori di diverse generazioni: tra i più anziani (e purtroppo scomparsi) vi segnalo innanzitutto Hermann Meier (1906-2002), con una Requiem per orchestra e piano completamente immersa nella ripetizione ritmica e nei clusters, che scopre anche un velo su un pezzo splendido, ignobilmente mai suonato: la sua prima volta è stata nel 2012 dopo 45 anni dalla sua creazione; le raffinatissime evoluzioni microtonali di “Gong” di Eric Gaudibert (1936-2012); i lieder spettrali basati su un poema di Sarah Kirsch di Thomas Kessler (1937) e quelli intellettuali di Nachlese Vb di Michael Jarrell (1958).
Tra i più giovani piacevolissime sorprese sono determinate dall’Arditti quartet che si immerge nelle elucubrazioni stranianti di “...vers le vent….” di Michael Pelzel (1978), il drone fagocitatore di cultura mediorientale di “D’oltremare” di Nadir Vassena (1970), il quintetto per fiati e piano condiviso tra Schoenberg e Chopin di “...e subito parlando” di Bettina Skrzypczak (1962) e la riproduzione dei fenomeni atmosferici, passione di Martin Jaggi (1978), che viene trasfusa nel quartetto d’archi di “Gharra” (riferito ai temporali della costa libica).
In questi giorni la Musiques Suisses ha pubblicato anche un ottimo cd monografico dedicato al compositore (con doppia nazionalità svizzera ed italiana) Oscar Bianchi (1975), con il quale potreste completare l’ideale raccolta prima citata: l’Anahata Concerto con Enno Poppe alla direzione della Klangforum Wien e soprattutto il Matra, cantata affidata al Neue Vocalsolisten Stuttgart, sono due mature composizioni che in realtà potrebbero figurare in un best internazionale.
Da abbinare alle preziose compilazioni annuali del festival di Donaueschinger.