L’attacco violento di “Freedom” che domina l’apertura di “One”, primo album per la RareNoise Records, di un trio composto da Ivo Perelman (ss), Joe Morris (ch el) e Balasz Pandi (batt), è sintomatico delle intenzioni programmatiche dei musicisti: può essere visto come una sorta di denuncia delle imperfezioni del mondo e della mancanza di verità che trascina in una spirale perversa le azioni degli uomini che hanno il potere di regolarlo dove, in un clima musicale perennemente acceso, Perelman soffia nel suo sax espressionista ed astratto tutta la rabbia per questa rinnovata e non immaginabile impostazione delle società. In questo tour de force particolarmente dissonante emerge la solita potenza visionaria del sax del brasiliano che si invola in veri e propri viaggi pindarici dove sembra assurdo raggiungere (in intensità e velocità) quegli spazi strumentali incaricati di esprimere la catarsi delle idee, ma c’è anche spazio anche per le evoluzioni solistiche di Morris, che accompagna lo stato di agitazione con improvvisazioni Bailey-style e Pandi che sembra già in possesso di quella potenza percussiva richiesta per questo tipo di operazioni (vedi il maggior equilibrio in “Universal Truth“).
“One” è un’altro schizzo irreprensibile di improvvisazione libera, tra i più esacerbati della carriera di Perelman e Morris, in cui l’apparente vituperio che sembra frutto dall’idiosincrasia della loro musica è perfettamente in linea con una visione artistica che si fa carico dell’ansia e delle problematiche del mondo.