Rim Banna e le sue moderne rivelazioni

0
373
Della classica e del jazz di matrice israeliana ve ne parlai in un mio precedente post; non vi ho parlato invece dell’odierno rebus che è la matrice popolare di quella musica. Dopo un periodo difficile di convivenza, le principali musiche tradizionali dei cittadini viventi nell’intricata regione palestinese (yemeniti, iracheni, etiopici e nord africani) sono riuscite ad ottenere la propria autonomia diventando parte integrante della lotta contro il governo: gli storici artefici di questa presa di posizione verso un cammino di pace a livello musicale sono stati Yair Dalal (compositore e suonatore di oud e violino) e Chava Alberstein (cantante folk considerata la fondatrice del movimento folk israeliano); invero non gli unici artefici di un percorso che si sperava di riappacificazione che invece nemmeno la cultura è riuscita a costruire. Dal punto di vista musicale nonostante esistano poli dove le tradizioni vengono rinverdite attraverso le canzoni popolari con arricchimento di orchestre di tutto rispetto, la lotta politica fa sentire il suo peso anche nei cantanti pacifisti, i quali sono costretti a schierarsi, pur disprezzando qualsiasi gesto di violenza e sopraffazione. Molti di loro hanno anche subìto un processo di occidentalizzazione dovuto alla loro permanenza fuori da Israele (per ovvi motivi politici) che si è anche approfondita con collaborazioni musicali in cui gli elementi caratteristici delle due culture relative sono approdate anche ad un unione di intenti; Rim Banna, a lungo una delle cantanti prese come riferimento dai cortei scesi nelle strade della recente primavera araba, ha pubblicato qualche mese fa un nuovo cd “Revelation of Ectasy & rebellion“, costruito su poesie in lingua araba di sfortunati poeti dell’opposizione in cerca di pace; affidandosi negli arrangiamenti e nella produzione alla collaborazione del musicista norvegese Bugge Wesseltoft, il pericolo era quello di una di quelle commistioni che non portassero profitto alla musica, così come successo per molti cantanti in Israele, ma i due hanno evitato intrusioni di un certo tipo rispettando l’integrazione nelle possibilità offerte dalle due culture: la Banna fornisce un eccezionale trasporto poetico frutto di un’aderenza pronunciata alle sofferenze della sua gente e cura il sentimento nel canto trasmettendo tutto il suo carico di umanità e background culturale; Wesseltoft si limita ad una eterea produzione che smussa qualche angolatura impervia del canto arabo, cercando soprattutto di fornire un tappeto musicale di contorno, una cosa che poi non è tanto lontana da alcuni dei suoi esperimenti musicali prodotti nell’ambito nu-jazz. Il connubio si riempie anche della contrapposizione tra strumenti e musicisti orientali ed occidentali, in cui viene richiesto il contributo anche di Eivind Aarset e del rapper Mr. Kaz.
Revelation of Ectasy & Rebellion” è un contenitore pieno di speranze, non certamente finalizzato solo come atto di denuncia, che parla con garbo mistico (un aspetto fortemente aiutato dalla nordicità musicale di Wesseltoft) di una rivoluzione finalizzata al bene di tutti, un messaggio che non crede nelle ostilità che specie in queste ore sono purtroppo di supporto a coloro che hanno la responsabilità di belligeranti decisioni internazionali.
Articolo precedenteLa Collage Music tra visibilità ed offuscamenti
Articolo successivoRautavaara nell’impeto delle profondità corali
Music writer, independent researcher and founder of the magazine 'Percorsi Musicali'. He wrote hundreads of essays and reviews of cds and books (over 2000 articles) and his work is widely appreciated in Italy and abroad via quotations, texts' translations, biographies, liner notes for prestigious composers, musicians and labels. He provides a modern conception of musical listening, which meditates on history, on the aesthetic seductions of sounds, on interdisciplinary relationships with other arts and cognitive sciences. He is also a graduate in Economics.